Il Sud non dimentica, Salvini cacciato da Mondragone: costretto a interrompere il comizio


Matteo Salvini respinto da Mondragone. Il segretario della Lega Nord si è recato nella città in provincia di Caserta per un comizio dopo lo scoppio del focolaio di coronavirus nelle Palazzine Cirio, tra la comunità di stranieri che lavorano nei campi. Aveva intenzione di cavalcare le polemiche per il tornaconto elettorale, avendo perso numerosi consensi da quasi un anno a questa parte.

Il leghista però è stato costretto a interrompere il comizio a causa delle polemiche dei manifestanti, venendo anche raggiunto da un lancio di acqua. Le forze dell’ordine hanno caricato la folla, un giovane è rimasto ferito alla testa, ma non c’è stato nulla fare: Matteo Salvini è dovuto scappare con la coda tra le gambe raggiunto da diversi slogan, primo tra tutti il grido “sciacallo”.

L’ex ministro dell’Interno ha ovviamente attaccato verbalmente i manifestanti, affermando che si tratta di esponenti dei centri sociali o persone al servizio della camorra. Salvini sa bene invece, anche se vorrebbe cambiare le carte in tavola, di essere accolto in questo modo ogni volta che raggiunge il Sud perché fa parte di un partito che ha basato i suoi consensi e la sua identità sul razzismo verso i meridionali, ed egli stesso ha più volte pronunciato, in passato, frasi vergognose e perfino intonato cori razzisti. Salvo poi far finta di ravvedersi per chiedere voti. Che cosa non si fa per una poltrona, giusto?


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