Spesa sociale, lo Stato dà quasi tutti i soldi al Nord. Lettera a Mattarella: “Discriminazioni insopportabili”


Più soldi a chi è già ricco. Così si deve riassumere la ripartizione dei fondi per la spesa sociale operata dal Governo con la Legge di Bilancio 2021, secondo cui solo il 18% dei relativi fondi viene destinato al Sud (un terzo in Sardegna) e l’82% al Centro Nord. La conseguenza è che numerosi comuni del Mezzogiorno ricevono zero euro, pur essendo quelli che ne hanno più bisogno.

Bonus sociale 2021: zero euro a chi ne ha più bisogno

Mettendo per esempio a confronto il Distretto di Guastalla, provincia di Reggio Emilia, e l’alto Casertano (il primo conta 69.955 residenti e il secondo 69.917, ossia pari condizioni di partenza), secondo la legge il fabbisogno di assistenti sociali, per entrambi, è di 14 unità, ma mentre a Guastalla operano già 14 assistenti sociali nell’alto casertano ce n’è soltanto uno. Ebbene, il Distretto di Guastalla riceverà 129.328 euro e potrà assumere altri 3 assistenti, contro gli zero euro dell’alto casertano che resterà con uno solo. Da 14 a 1 si passerà a 17 a 1 e soltanto per un presupposto assurdo e discriminatorio che è il criterio della spesa storica (riceve di più chi ha speso di più, ossia il più ricco).

Per cercare di cambiare questo stato di fatto, la rete Recovery Sud, costituita da circa 600 sindaci meridionali, ha scritto al presidente Mattarella.

Egregio Presidente della Repubblica
on. Sergio Mattarella

don Lorenzo Milani diceva: “Non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra disuguali”. Ebbene: in Italia rischiamo di fare di peggio, potenziando il sistema dei servizi sociali comunali solo nei territori dove il servizio è discreto. Ci riferiamo all’Articolo 1. comma 797, legge 30 dicembre 2020 n. 178 perché in quel comma da un lato si definisce il livello essenziale delle prestazioni nella misura di un assistente sociale ogni 5.000 residenti, dall’altro si assegna un contributo per assumere assistenti sociali solo ad alcuni enti territoriali, escludendo i distretti in cui gli assistenti sociali in servizio sono pochi e cioè meno di uno ogni 6.500 residenti.

Tre esempi rendono bene gli effetti di tale norma. L’ambito sociale territoriale di Palermo conta 733.018 residenti e ha 108 operatori mentre quello di Genova con 558.930 residenti ha in organico 197 assistenti sociali. Don Milani avrebbe detto che in tale situazione sarebbe sbagliato dare a Palermo quanto a Genova; ma qui per rafforzare il servizio si assegna 0 (zero) a Palermo, che resta a 108, e 1,6 milioni a Genova che può così assumere 40 assistenti e salire a 237. In Lombardia il distretto di Pavia ha 15 assistenti sociali per 103mila residenti e quello di Paullo ha sempre 15 operatori ma per una popolazione di 56mila persone. Anche qui: Pavia (un operatore ogni 6.866 abitanti) resta a 15 mentre Paullo riceve i fondi per assumere altri quattro assistenti sociali. Terzo esempio: i distretti di Giugliano, in Campania, e di Sassuolo, in Emilia Romagna, contano entrambi poco meno di 120mila abitanti ma il primo ha solo tre operatori sociali mentre il secondo 24. Dopo i contributi del 2021, Giugliano resta a tre mentre Sassuolo riceverà fondi a sufficienza per assumere sei operatori e salire a 30.

I livelli essenziali delle prestazioni sono una previsione della carta costituzionale in base alla quale lo Stato ha il dovere di determinare i “livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”. Tuttavia la loro applicazione, così come appare dal decreto del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del 25 giugno 2021 (numero 0000144), va in direzione opposta al perseguimento di garanzie omogenee sul territorio nazionale, perché allarga differenze già forti.

Le scriviamo in qualità di cittadine e cittadini attenti ai temi sociali perché siamo certi che abbia a cuore il principio d’uguaglianza. Converrà che tutte le discriminazioni sono insopportabili, ma quelle ai danni delle famiglie con disabili o con anziani non autosufficienti lo sono ancora di più.

Restiamo in attesa di una Sua chiara presa di posizione.

L’occasione ci è gradita per inviarLe i più cordiali saluti.


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