La Juventus da Trump: sorrisi mentre si parla di guerra nucleare e si decide la morte di donne e bambini

Juventus alla casa Bianca da Trump


La Juve accetta l’invito di Donald Trump, l’uomo che sta conducendo il mondo verso la terza guerra mondiale e nel frattempo appoggia il genocidio del popolo palestinese a Gaza. Scene davvero imbarazzanti ed eticamente discutibili, specialmente quando l’inquilino della Casa Bianca ha deciso di interpellare calciatori e dirigenti bianconeri cercando un appoggio alle proprie idee e battute transfobiche.

La Juve da Trump: sorrisi mentre si parla di guerra

L’incontro era stato organizzato nell’ambito della partecipazione della Juventus al Mondiale per Club. È stata proprio quella degli Agnelli-Elkann la squadra prescelta, coi giornalisti convocati praticamente all’ultimo minuto poiché l’incontro non era inserito nell’agenda della Casa Bianca.

Trump ha aperto l’incontro spendendo enormi elogi per John Elkann – nato a New York e con cittadinanza statunitense – per i presunti risultati conseguiti nell’industria automobilistica. A febbraio Elkann stesso ha commentato i risultati di Stellantis nel 2024, tra cui l’utile netto in calo del 70%, insieme ad altri e numerosi disastri. Ma quella è un’altra storia. Di fatto, però, alla delegazione juventina e ad Elkann in primis non si è guastato il buonumore anche se poi Trump ha espresso idee transfobiche e parlato di entrare in guerra contro l’Iran paventando dunque lo scenario di una Terza Guerra Mondiale che stavolta potrebbe essere addirittura nucleare. Ma non perché i persiani hanno la bomba atomica, quella ce l’ha Israele e Netanyahu potrebbe anche usarla.

Il coinvolgimento della FIFA in affari che non riguardano il calcio

I giornalisti accorsi, infatti, hanno rivolto al presidente americano solo domande in merito al conflitto tra Iran ed Israele ed una possibile entrata in guerra diretta degli Stati Uniti (che già riforniscono il governo di Tel Aviv di armi, mezzi e denaro). Mentre Trump faceva il suo bel comizio bellico, i tesserati della Juventus erano alle sue spalle in silenzio, ad ascoltare. Alla fine dell’incontro Elkann ha regalato a Trump una maglietta della Juventus autografata dai calciatori. Dono dello stesso genere da parte di Infantino, presidente della FIFA, il quale aveva già accompagnato Trump nel tour nel Golfo Arabo, durante il quale si è parlato di affari e investimenti da mille miliardi da parte dei sauditi negli USA. Che ci faceva Infantino lì? La risposta va letta tra le righe.

Considerate se questo è calcio

Un calcio che possiede sempre meno i valori dello sport ed inchinato a sua maestà il denaro, che non si fa problemi a prestare il fianco in situazioni scomode e dalle quali dovrebbe non stare alla larga, ma di più. È francamente orrendo assistere a sorrisi apparsi sui volti di chi si trova nella stanza in cui si decide in quali parti del mondo portare guerra, distruzione, morte. Quali popoli non hanno il diritto alla pace, quali bambini devono convivere con il terrore delle bombe. Considerate se questo è calcio.


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