Dopo 500 anni riappare l’Acqua Zuffregna al Beverello: l’acqua speciale di Napoli


Dopo mezzo millennio di assenza è ricomparsa l’Acqua Zuffregna nel corso dei lavori nei pressi del Molo Beverello. L’acqua sulfurea, così detta per la concentrazione di acido solfidrico al suo interno, è ritenuta avere diverse proprietà tra cui quella di giovare alla pelle e al sistema immunitario, oltre ad avere proprietà antinfiammatorie. Nei decenni scorsi a Napoli era usanza degli acquaiuoli conservarla nelle mummarelle, ossia delle anfore che ne conservava la freschezza, tanto è vero che veniva chiamata anche l’acqua d”e mummarelle.

Purtroppo, a causa degli episodi di colera degli anni ’70, le fonti di acqua zuffregna vennero chiuse e la città di Napoli ha perso una tradizione antichissima, oltre che un vero e proprio toccasana. Una sorte che toccherà probabilmente anche al ricomparso Beverellum, come afferma Antonio Pariante, del Comitato Civico di Portosalvo, il quale ha diffuso le immagini.

“Con i lavori del nuovo terminal portuale riemerge, forse per l’ultima volta, l’antico Beverellum dell’acqua zuffregna che secoli fa rappresentava una delle più belle e famose peculiarità della nostra città, l’acqua speciale. La ricchezza delle sorgenti napoletane, come molti sanno, era riconosciuta in tutto il mondo ed in epoca vicereale era particolarmente richiesta dai sovrani di Spagna che, apprezzandone la grande qualità organolettica, mandavano le loro navi cisterna a farne continue scorte.

“Oggi la capitale delle “preziose sorgenti” é scomparsa e tutto questo non esiste più ma quest’acqua rinnegata, come dice qualche eretico studioso, continua a scorrere sotto al molo assieme a quei dubbi progetti urbanistici che, attraverso gli interventi nel sottosuolo, ne hanno pericolosamente deviato il percorso e nascosto l’esistenza…

* Un consiglio, andate a vedere questo pezzo di storia prima che venga sotterrato definitivamente”.

Dopo 500 anni riappare il Beverellum dell’Acqua Zuffregna ..

Con i lavori del nuovo terminal portuale riemerge, forse…

Pubblicato da Antonio Pariante su Giovedì 5 novembre 2020


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