Dai perizomi ai ricami d’oro: come si vestivano nell’antica Pompei


I ritrovamenti negli Scavi di Pompei continuano a darci testimonianza di come si viveva nella città romana, di come era la struttura dei luoghi pubblici e privati, di quali oggetti venivano usati e addirittura ci ha riconsegnato degli scheletri di abitanti.

Ma come ci si vestiva nel mondo romano, in particolare a Pompei? Dopo la scoperta della struttura di una tipica toiletta dell’antichità (utile alle signore per “farsi belle”) e della lingerie femminile usata, sulla pagina Facebook del sito archeologico compare una descrizione dettagliata del vestiario, distinto in due categorie: gli indumenta e gli amictus. I primi erano indossati di giorno e di notte, mentre i secondi venivano calzati solo in una certa parte della giornata.

Nel corredo intimo figuravano il subligaculum (o licium), una sorta di perizoma, perlopiù di lino annodato attorno alla vita, mentre per le donne, era prevista anche una fascia al seno (strophium, mammillare) o una guaina (capetium). Sopra il licium scendeva la tunica (in età imperiale ne erano previste due, una sopra l’altra), stretta in vita mediante una cintura, che poteva essere di lino o di lana, a seconda della stagione.

La tunica femminile era lunga fino ai talloni, con quelle più eleganti (tunicae auratae) erano ricamati con fili d’oro. Le tuniche per i militari, invece, erano più corte rispetto a quelle delle persone comuni, mentre per i magistrati era prevista una bordatura porpora.

Inoltre, in inverno, per far fronte alle rigide temperature, era previsto l’utilizzo di guantoni per le mani e, come amictus, della toga. Quest’ultima era il tipico costume delle più importanti classi romane e consisteva in un ampio e imponente mantello di lana bianca che andava ad avvolgere gli indumenti. In alcuni occasioni formali, però, la toga era sostituita con il pallium, un mantello più pratico e meno ingombrante.

Per quanto riguarda, invece, le donne di alto rango era previsto l’utilizzo della stola: una lunga tunica annodata in vita da una cintura e completata dal supparum (lungo scialle) o dalla palla, grande mantello a pieghe regolari e a tinte forti. Ai piedi venivano calzati, a seconda delle stagioni, dei sandali con lacci, scarpe di cuoio o dei veri e propri stivaletti.


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