Perché in napoletano “sabbia” si dice “rena”?


 

‘A rena nella Lingua Napoletana è il termine attraverso cui si indica la sabbia, una parola presente tuttavia anche nei vocabolari italiani, ma poco utilizzata nel linguaggio comune. Per trovare l’origine parola bisogna fare riferimento al termine latino “arena”, che indica appunto la sabbia, in special modo quella del deserto e delle spiagge, e per estensione tutte quelle strutture la cui pavimentazione era cosparsa di sabbia e ospitavano dei spettacoli, come il circo, le lotte dei gladiatori e così via – “rena” è dunque la variante aferetica di “arena”, ciò vuol dire che grazie al fenomeno linguistico dell’aferesi vi è stata la caduta della vocale iniziale.

Il termine latino “arena”, a sua volta, deriva dal verbo areo – es (paradigma: areo – ares – arui – arēre), che vuol dire “essere arido, secco o asciutto”, indicando dunque quella parte del mare o del letto di un fiume rimasta a secco, in modo tale da rendere possibile il toccare la sabbia senza bagnarsi. È da sottolineare, poi, il verbo “arenarsi”, utilizzato in merito alle navi che si sono incagliate nella sabbia e, in modo figurato, quando la persona è bloccata in una determinata situazione senza possibilità di uscirne, se non a costo di molta fatica.

Il Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani spiega inoltre che una forma più antica è “asèna”, contenente perciò la radice as, giacere, cioè la cosa che giace in fondo al mare. In latino arcaico poi abbiamo il termine “hasena”, con la radice bhas (=has) da cui “bhasma”, cenere, polvere, ovvero la parte più arida della terra, priva di succhi fecondi, che trovasi sul lito del mare, sul greto dei fiumi, nel deserto.


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