‘A perzeca e ‘a percoca: perché in Napoletano si chiamano così? Ecco la risposta


La parte più bella e curiosa della Lingua Napoletana, sono probabilmente le espressioni colorite che si usano per linguaggio di tutti i giorni. Molto spesso se si avesse la possibilità di sfogliare dizionari napoletani, si verrebbe a conoscenza di termini insoliti da fare invidia anche alla stessa Lingua Italiana. Il Napoletano, pur essendo una lingua che ha subìto influssi di diverse dominazioni, conserva comunque un certo alone di particolarità e originalità.

Con l’arrivo della bella stagione, è arrivata anche la frutta estiva e come di consueto anche per questa esistono vari modi per catalogarla, i frutti che forse più spesso sentiamo nominare sono però la “perzeca” e la “percoca”, ma da dove derivano queste parole?

La parola “perzeca” riferita alla pesca bianca, sembra trarre la sua etimologia dalle origini del frutto legate alla Persia, da qui “persica” e successivamente in napoletano perzeca. Oggi la perzeca (o pesca bianca) rappresenta un frutto molto coltivato in Campania e specialmente a Napoli. L’altro frutto napoletanizzato ( se così vogliamo dire) è la percoca, frutto noto specialmente per l’abilità di adattarsi perfettamente nel vino acquistando un sapore ancora più gradevole. Si tratta di una pesca gialla, dalla consistenza più dura rispetto a quella bianca, l’origine della parola è probabilmente legato al latino praecox, cioè precoce, in riferimento forse alla veloce maturazione del frutto.

Che sia bianca o gialla, a Napoli anche la frutta sembra avere un gusto diverso. Perzeca o percoca riempiono sicuramente di più la bocca di una semplice e banalissima “pesca bianca”. Che aspettate? Ora tocca solo deliziare il palato!


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