Vesuvio, il progetto per restare in Campania in caso di eruzione


L’eruzione del Vesuvio è un’eventualità da non dimenticare e sottovalutare mai. Fin dal 1995, esiste un piano di evacuazione nazionale dei comuni considerati a rischio, individuati in quella che viene chiamata Zona Rossa Vesuviana, che comprende: Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, Pompei, Portici, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase. Da questo pericolo, nasce il Progetto Vesuvio, che si propone invece l’obiettivo di modificare il Piano Nazionale in caso di eruzione.

Progetto Vesuvio, redatto dal dottor Vincenzo Coronato, vuole evitare la dispersione dei cittadini in tutta Italia, individuando invece 4 aree specifiche in provincia di Caserta, Benevento, Avellino e Salerno. Si vuole creare una sorta di gemellaggio tra i comuni Vesuviani ed i comuni ospitanti, al fine di favorire una accoglienza di breve, medio e lungo periodo. Il progetto prende in considerazione il disequilibrio demografico campano, dove la popolazione si concentra per il 73% concentrata lungo la zona costiera, mentre il 27% situata nella restante parte del territorio. Restando in Campania, è possibile invogliare la popolazione della zona ad alto rischio ad investire nella parte interna della regione, al fine di rivalorizzare l’entroterra campano.

Concretamente, l’eventuale spostamento dei cittadini avverrebbe attraverso auto ed autobus messi a disposizione dalla provincia di Napoli, Caserta, Benevento e Avellino, con un tempo massimo di evacuazione che si aggira intorno alle 6 ore. Al momento, il Comune di Ottaviano, ha intenzione di essere il primo ad aderire al Progetto Vesuvio.


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