Il tempio di Nettuno di Paestum è il primo edificio antisismico della storia

Tempio di Nettuno


Paestum – L’arte e la cultura greche sono sempre state usate come sinonimo di perfezione, sia dal punto di vista estetico che da quello tecnico: l’età classica ha visto la nascita di tecniche e stili ai quali, ancora oggi, ci ispiriamo, specialmente sul campo dell’architettura. Fino a dove era arrivata questa conoscenza antica? E’ possibile che una costruzione millenaria sia talmente evoluta da stupire ancora? E’ successo studiando meglio il tempio di Nettuno, o tempio di Era, di Paestum.

Il tempio è una delle testimonianze meglio conservate della tradizione greca ed uno degli esempi più evidenti dell’evoluzione stilistica: dal colonnato dorico alle navate interne la costruzione raccoglie in se tutti i canoni stilistici ed architettonici della cultura classica. Dai recenti studi è emerso, inoltre, che il tempio è stato costruito in modo tale da resistere ad una forte attività sismica. Il territorio campano è sempre stato soggetto ai capricci del sottosuolo e del magma, quindi non stupisce che gli antichi coloni greci abbiano pensato di prevenire catastrofi. Stupisce invece che avessero conoscenze adeguate per farlo.

A parlarne è stato Gabriel Zuchtriegel, direttore dell’intero complesso archeologico della città, ai giornalisti di Repubblica: “Meraviglia questa competenza degli architetti greci. È interessante verificare ora se questa scoperta di Paestum troverà riscontri negli altri due templi qui e in altre località dell’Italia meridionale e della Grecia”. La scoperta si è raggiunta grazie a ricerche non invasive dei ricercatori, coordinati dal professore Luigi Petti, del dipartimento di Ingegneria civile dell’università di Salerno, in collaborazione col professor Uwe Dorka, dell’Istituto di ingegneria delle costruzioni dell’università di Kassel. Si tratta in pratica, di alcuni sensori posti all’interno del colonnato e della parte superiore della struttura.

Queste attrezzature hanno rilevato che i costruttori greci usarono due tipologie diverse di marmo travertino: uno più morbido e malleabile per le colonne, ed un altro per il resto della struttura. Una tecnica che richiama chiaramente costruzioni antisismiche dove una parte più “mobile” fa da cuscinetto assecondando le scosse. “Questa ricerca – aggiunge il direttore – è un punto di partenza, i risultati emersi vanno al di là di ogni aspettativa e documentano una tecnica sofisticata”.


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