Pozzuoli, bruciò vivo il cane Spike: inizia il processo. Gli diede fuoco davanti ai suoi bambini


Si avvicina il giorno del processo per l’aguzzino di Spike; in molti ricordano la vicenda: un meticcio barbaramente ucciso per essersi accoppiato con la cagnolina di razza dell’uomo sbagliato. Giovedì 21 aprile il 24enne di Pozzuoli, del rione Toiano, verrà processato per aver bruciato vivo il cane in questione, lasciandolo moribondo dopo una lunga agonia. E non sarà una giornata tranquilla: dal Movimento Etico tutela animali e ambiente, ai gruppi animalisti, al partito Animalista europeo, saranno tutti presenti per manifestare, ancora una volta, a distanza di due anni, lo sdegno per il gesto inumano dell’uomo sotto processo. Un processo che non sarà solo giuridico, a quanto pare.

Risale, infatti, al luglio 2014 la vicenda che causò la rabbia dei cittadini flegrei e non solo: in centinaia e provenienti da tutto lo stivale, sfilarono per le strade di Pozzuoli per protestare contro l’accaduto. Il Comune, infatti, decise anche di dedicare una scultura a Spike, accompagnata dall’aforisma di Victor Hugo: “Guarda negli occhi un cane e prova ad affermare che non ha un’anima”.

Il Comune di Pozzuoli, di fatti, si costituirà parte civile al processo di giovedì, così come i padroni di Spike, due persone anziane di Arco Felice. Il gesto, aggravato da crudeltà immotivata, dovrà secondo il parere degli animalisti, determinare un precedente giudiziario, poiché i maltrattamenti degli animali sono ancora un territorio confuso e gestito male dalla legge italiana.

Ricordiamo, inoltre, che l’uomo compì l’atroce gesto sotto agli occhi dei 4 figli minorenni: un esempio per la propria prole assolutamente lontano da ogni educazione di amore e umanità.


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