Cosa significa e da dove nasce il termine napoletano liscebbusso?


La lingua napoletana, nel suo essere morbida e flessuosa, può vantare alcuni termini dall’alto valore onomatopeico, come liscebbusso, che solo a pronunciarlo suona buffo e ridicolo. In realtà, ad una prima ricerca, sembra che questo termine sia d’uso in comune in parecchie regioni del Sud. Esistono infatti varianti di questa parola anche nei dialetti calabri e nella lingua siciliana. Forse perché la sua origine va fatta risalire proprio al periodo in cui le regioni del Sud costituivano un regno a parte, Il Regno delle due Sicilie, per l’appunto.

Sinonimo di paternale o energica ramanzina, nella nostra lingua viene spesso associata ad un altro termine nostrano oramai divenuto di uso comune: “Cazziata“. Così come suggerito nel simpatico “Manuale di Napoletanità” a cura di Amedeo Colella, la “cazziata” non va confusa con la “cazzata”, parola solitamente usata per descrivere piccoli errori, leggerezze e disattenzioni, nonostante entrambe provengano dalla stessa “lussuriosa” radice.

La cazziata, così come il liscebbusso, vengono utilizzati dai napoletani in contesti di litigi e discussioni. M’ha fatt’ nu cazziatone / Mi ha fatto un gran rimprovero oppure M’ha fatt’ nu grande lisciabusso /Mi ha fatto una gran lavata di testa.

Fonti accreditate fanno risalire questo termine agli antichi giocatori di tressette. Per i meno esperti, diciamo che il tressette è un popolare ed antichissimo gioco di carte nato nel 1700 proprio nel Regno delle due Sicilie le cui regole furono poi raccolte e trascritte da un prete napoletano, tale Chitarrella, che nel 1750 si dedicò alla stesura di un trattato originariamente scritto in latino e poi tradotto in lingua napoletana.

Pare infatti che tra le regole, ci sia la possibilità di segnalare al tavolo alcune delle carte di cui si è in possesso, tramite alcuni segnali, nella fattispecie lisciando le carte sul tavolo e bussando, (da qui LISCIO e BUSSO).

Ogni tocco della bussata sta ad indicare il numero della carta che si vuole segnalare : Un tocco, ho l’asso. Due tocchi, ho il due. E la lisciata? La lisciata invece serve per indicare il numero di scartine che proteggono la carta. Due lisciate, ho due scartine.

Così come spiegato in un articolo di lellobrak.blogspot.it: “va da sé che chi sia in possesso dell’asso accompagnato solo da poche figure (scartine) corra il rischio di perdere contro il 2 o il 3 di un avversario e si trovi perciò in una situazione precaria che potrebbe preannunciare un’imminente sconfitta tale da meritare una solenne “cazziata”, un’energica ramanzina, una sonora paternale fino ad una possibile bastonatura”.

Un po’ come a voler dire al suo complice “Ma insomma, ho lisciato e bussato e tu manco lo hai capito? Quindi adesso mi arrabbio e… ti cazzeo!


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