Video. Luca Abete: “A Napoli se vuoi fare il biglietto, non puoi!”


Nella puntata di Striscia la Notizia andata in onda ieri sera, è stato trasmesso un servizio di Luca Abete in “missione” a Napoli, per parlare di biglietti sui mezzi pubblici. Ma questa volta non si tratta di utenti che non pagano il biglietto ma di chi vorrebbe acquistarlo e non lo può fare. Sembra una cosa quasi surreale eppure è quello che mostra il video pubblicato sulla pagina Facebook dello stesso Luca Abete.

Le stazioni ferroviarie, metropolitane o di autobus che sono munite di punti vendita dovrebbero avere dei distributori automatici per permettere l’erogazione di ticket, ma molte a Napoli sono fuori servizio o addirittura guaste da anni. Una di queste è quella dei Campi Flegrei e lo stesso avviene per quella di Cavalleggeri d’Aosta, dove i display indicano il “Fuori Servizio”, o addirittura come altre in cui non sembrano dare segnali da decenni. Nei casi più fortunati, invece, è possibile acquistare il biglietto ma senza avere indietro il resto dell’importo inserito nell’apparecchio. Il fatto non sembra essere una coincidenza, infatti la cosa si ripete in più fermate della metro, ma secondo alcuni è una strategia dei dipendenti incaricati della manutenzione dei distributori, che con 10 e 20 centesimi a persona accumulano una fortuna che andrà a finire nelle proprie tasche.

E come fa giustamente notare l’inviato, si tratta di un triste paradosso il fatto che nella città che decanta la stazione metro più bella d’Europa (quella di via Toledo) in altre non si possa acquistare il ticket recando danni e disagi ai viaggiatori. Serve poco avere una galleria d’arte da ammirare in una sola stazione e poi non cercare di risolvere i mille inconvenienti e fastidi che devono affrontare ogni giorno i pendolari: dai ritardi dei treni, alle macchinette obliteratrici guaste e dall’impossibilità di comprare il biglietto all’incastrarsi come sardine all’interno dei vagoni. Invece di spendere soldi per pagare opere d’arte forse sarebbe più opportuno migliorare la qualità dei servizi che finora sono inesistenti.


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