Ricetta della cassata. E se le origini della cassata fossero campane?


La cassata, il classico dolce di pan di spagna ripieno di ricotta e ricoperto con glassa e frutta candita, è il tipico dessert che siamo abituati a vedere sulle nostre tavole nel periodo natalizio. Solitamente viene indicato col nome di “cassata siciliana”, attribuendo le origini del dolce proprio alla Sicilia, fatta eccezione per le varianti che negli anni sono state proposte nella cucina napoletana. Una scoperta prima di tutto storica e poi culinaria, sembra però voler passare il testimone delle origini alla Campania, strappando alla Sicilia il merito di aver partorito un dolce così goloso ed amato.

La storia è raccontata sul blog di Angelo Forgione, dove  si legge che alcuni anni fa, un affresco ritrovato ad Oplontis, nella villa di Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone, raffigurava un dolce tipico dell’epoca romana. La forma del dessert riporta immediatamente a quella che è la cassata moderna, con l’unica differenza che nella copertura non vi è glassa dal tipico colore verde, bensì rossa.

cassta

Affresco ritrovato nella villa di Poppea Sabina ad Oplontis

 

Tra le informazioni presenti, sulle antiche ricette culinarie dei romani, in nessuna appariva quella di questo tortino raffigurato nell’affresco, ma la scoperta vera e propria avviene quando in una camera intrappolata dalla lava, vengono ritrovati alcuni papiri inspiegabilmente superstiti, con  la ricetta del dolce misterioso. Scritta in un latino scorretto, la ricetta è stata probabilmente opera di un cuoco non di madrelingua, che volle all’epoca lasciare nero su bianco gli ingredienti principali di quel dolce evidentemente molto amato dagli Antichi Romani, tanto da volerlo raffigurare in un affresco.

Gli ingredienti, sono stati tradotti da Eugenia Salza Prina Ricotti, l’archeologa che ha poi provveduto a riportarli in un libro di ricette tipiche dell’epoca romana di PompeiRicotta, miele, albicocche secche, prugne secche, uva sultanina, noci (o nocciole o mandorle), pinoli, datteri e farina di mandorle, sono questi i prodotti utilizzati per l’antico dolce, oggi riproposto ai turisti, da alcuni dei ristoranti situati intorno alle aree archeologiche.

Da questa scoperta si potrebbe realmente attribuire alla zona vesuviana l’origine della cassata, o molto più semplicemente dichiarare che ancora una volta la differenza tra la Sicilia e la Campania, non è poi così grande.


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