L’ex Boss Raffaele Cutolo accusa: “Sanno che se parlo cade lo Stato”


Raffaele Cutolo, fondatore e leader della Nuova Camorra Organizzata avente come esponente di spicco Pasquale Barra morto nelle ultime ore nel carcere di Ferrara, lancia pesanti accuse: “I miei segreti fanno tremare tutti, mi hanno sepolto vivo in una cella ma se parlo io ballano le scrivanie di mezzo Parlamento.”

L’ex boss della camorra, detto “don Raffaè”, è detenuto al 41 bis nel carcere di Parma ed ha ben 13 ergastoli da scontare. A poterlo vedere, oltre al legale, sono solo la moglie e la figlia che vanno a trovarlo in carcere per un’ora ogni due mesi.

Raffaele Cutolo dichiara a Repubblica: “Mi hanno usato e gonfiato il petto, da Cirillo a Moro che, a differenza del primo, hanno voluto morto e infatti mi ordinano di non intervenire. Poi mi hanno tumulato vivo. Sanno che se parlo cade lo Stato. Chi è al comando oggi è stato messo lì da chi veniva a pregarmi”.

E ancora: “Non sono un pericolo. Sarei pericoloso se parlassi, ma non ce l’hanno fatta a farmi diventare un jukebox a gettone: il pentito va a gettone. Per dignità non mi sono mai venduto ai magistrati. Se la sono legata al dito e hanno buttato la chiave”.

Cutolo, “o’ professore di Ottaviano” a cui Fabrizio De Andrè dedicò i versi della canzone “Don Raffaè” e per il quale Francesco De Rosa ha scritto un libro sulla sua vita, negli anni d’oro comandava e distribuiva il terrore stando al comando del suo esercito di 7 mila affiliati creato per la sanguinaria guerra combattuta contro la Nuova Famiglia. Ora invece, lancia pesanti accuse mentre è imprigionato in una cella nella quale conserva le foto di Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e della sua famiglia: “Ho una telecamera puntata sul gabinetto. Non posso avere in cella più di tre paia di calzini e mutande. Vorrei mi spiegassero il senso”.


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