Gianluca Cimminiello, ucciso per una foto con Lavezzi. Annullato l’ergastolo all’assassino


Gianluca Cimminiello, tatuatore di 31 anni ucciso nel 2010 non avrà ancora giustizia. A Vincenzo Russo, ritenuto l’unico responsabile dell’omicidio del 31enne, la Corte di Cassazione ha annullato la condanna all’ergastolo dopo le indagini svolte dal penalista Giuseppe Ricciulli su alcune intercettazioni.

Una sentenza che non metterà fine a questa assurda vicenda causata dalla sola gelosia professionale. Calcio, Facebook e tatuaggi, sono i tre elementi che hanno segnato la condanna a morte di Cimminiello.

Il tutto era scaturito da una foto che immortalava l’ex calciatore del Napoli Ezequiel Lavezzi con il 31enne. Quest’ultimo aveva pubblicato quello scatto sul suo profilo Facebook modificandolo e sostituendo lo sfondo dello stadio San Paolo a quello del suo studio di tatuaggi: lo “Zendark Tattoo”.

Una foto che aveva scatenato l’invidia dei colleghi rivali, in particolar modo di Vincenzo Russo anche lui tatuatore preoccupato che Lavezzi, amante dei tatuaggi, potesse diventare un nuovo cliente di Cimminiello che avrebbe causato la rovina del suo negozio.

Eppure, la ragazza del 31enne aveva dichiarato poco dopo l’omicidio che Gianluca aveva ricevuto numerosi messaggi da parte dei clienti che chiedevano se avesse tatuato lui Lavezzi ma la sua risposta era sempre negativa.

Dopo pochi giorni quella fotografia per “dargli una lezione” si erano presentate quattro persone nello studio del 31enne che essendo istruttore di kick boxing era riuscito a mettere in fuga. Gli aggressori tornarono però tre giorni dopo a fargli visita armati di pistola e con un’unica intenzione, ovvero quella di ucciderlo.

Si riapre nelle ultime ore una grossa ferita per la famiglia di Gianluca Cimminiello e il suo caso tornerà in aula per un nuovo processo d’appello.


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