Contrae il cancro per una tintura. Condannata dal tribunale la nota azienda


Bari. La tintura per capelli della nota azienda Wella Kollestone è finita sotto inchiesta per contenere agenti cangerogeni.

Un parrucchiere barese di 63 anni ha contratto il cancro per aver utilizzato a lungo il prodotto. E’ quanto sostiene il Tribunale Civile di Bari, condannando così la multinazionale Wella-Lobocos srl ad un risarcimento danni di 46mila euro.

Gianluca Moretta, legale dell’azienda, sostiene che “Ci sarà il pieno rispetto di questa decisione ma siamo convinti che la sentenza sia sbagliata nelle fondamenta e sarà appellata quanto prima”.

Per i magistrati “le analisi tossicologiche sulle tinture Wella Kolleston hanno evidenziato la presenza di sostanze cancerogene e tossiche nei prodotti cosmetici Kolleston 1+1 e Creation color gel (entrambe tinture per capelli, ndr). In particolare, sono state individuate benzene e toluene”.

Nella perizia si legge che “Il benzene è irritante per la pelle, gli occhi e il tratto respiratorio; causa depressione del sistema nervoso centrale e aritmia nelle persone esposte per lungo termine. Esposizioni più lunghe possono causare anemia, alterazione del sistema immunitario e leucemia. Tale molecola non deve essere presente nei cosmetici. Il toluene, invece, risulta nocivo per inalazione e per contatto con la pelle. Le sostanze, inoltre, risultano da tempo limitate nei paesi della Comunità europea da specifiche normative di legge, in forza delle accertate proprietà cancerogene nei confronti dell’uomo”. Inoltre “i livelli di tossicità delle sostanze contenute nelle tinture esaminate, aumentano esponenzialmente col passare del tempo e se vengono in contatto con l’acqua o l’ossigeno”.

Secondo i giudici, quindi, Wella è responsabile in quanto “il diffuso uso di prodotti potenzialmente pericolosi non è stato accompagnato da informazioni sull’esatto impiego dei medesimi e sugli effetti collaterali, come invece s’impone alla stregua della normativa comunitaria». «L’unica precauzione di impiego – si legge – consigliata per i prodotti in esame è la prova preliminare di sensibilità per la cute in quanto “potrebbe dare reazione allergica”.

Fonte Il Tempo


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