Video. La figlia di Silvia Ruotolo: “Mia madre uccisa, perché noi non eravamo abbastanza vivi”


Tutti noi siamo convinti che un individuo possa morire una sola volta, e invece no, la camorra, la malavita, e tutto il marcio e la violenza che purtroppo risiedono in alcuni esseri umani, possono uccidere tante volte, anche la memoria di chi non c’è più. Questo però accade solo se chi resta, non ha il coraggio di dire “basta”.

Era un semplice giorno di Giugno, uno qualsiasi per una mamma che fa il proprio dovere e va a prendere il figlio a scuola, era la solita ma piacevole routine per Silvia Ruotolo, quando quel maledetto 11 Giugno del 1997, il suo nome venne inciso col suo sangue nell’elenco delle vittime della camorra. Oggi, sono trascorsi esattamente 18 lunghi anni, 18 anni che non cancellano certo quelle immagini strazianti, di quando quella giovane mamma, mentre teneva per mano il figlio di 5 anni a ritorno da scuola, salutava inconsciamente la figlia di 10 anni che dal balcone osservava il loro rientro. Sotto i loro occhi, sotto gli occhi dei suoi bambini, Silvia Ruotolo si accasciò a terra, dopo essere stata colpita da un proiettile per lei fatale.

Diciotto anni dopo, quella giovane mamma sarebbe morta ancora se il suo sacrificio fosse stato vano, se la sua morte avesse seminato solo panico e paura, e invece no, quel tragico giorno, fu forse l’inizio della svolta, e oggi ha dimostrarlo è proprio la figlia maggiore, Alessandra Clemente, Assessore comunale alle Politiche giovanili, che in vesti istituzionali ha inaugurato ai giardini di Piazza Medaglie d’Oro al Vomero, una fontanina della Legalità, resa possibili dalla collaborazione con Abc Napoli. Un’iniziativa a cui hanno collaborato non solo la Fondazione Silvia Ruotolo e Comune di Napoli, Ufficio Scolastico Regionale, Libera, Coordinamento Familiari Vittime Innocenti e Fondazione Polis, ma anche le scuole Silvia Ruotolo e Pisciscelli insieme col cantautore Roberto Ormanni e del Coro I Sancarlini.

“Oggi noi vogliamo richiamare l’attenzione sulla tenacia e l’orgoglio di tanto fare a Napoli, che alcune volte non è visibile. Stanno crescendo cittadini diversi e migliori di noi, se loro li hanno uccisi è perché noi non siamo stati abbastanza vivi”. Con queste parole Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, omaggia e ringrazia Napoli, mettendo in risalto lo sforzo che la città tutta sta facendo per combattere la camorra. Quando si fa riferimento ad associazioni malavitose non è mai facile sottolineare il cambiamento, ma nella voce e soprattutto negli occhi di Alessandra, si intravede la speranza ma sopratutto la certezza del cambiamento. Bisogna essere vivi per fermare la camorra, forse non eravamo vivi abbastanza quando in passato molte persone e la stessa Silvia sono state uccise dalla camorra, l’assessore Clemente, fa riferimento alla mamma, con la tipica dolcezza di una figlia innamorata, e la paragona a tutti i colori dell’arcobaleno, quelli che simboleggiano la vita, invitando tutti a fare in modo che la morte di Silvia e di tante altre vittime, non resti solo “cronaca nera”, ma possa trasformarsi in un arcobaleno attivo e voglioso di dire “stop”.

Una fontanina per la legalità ora troneggia nei giardinetti di Piazza Medaglie d’Oro, una fonte nuova per lavare via il marcio che come sostiene Alessandra, non risiede unicamente nella camorra, ma in tutto ciò che riguarda la malavita in genere, che potrebbe interessare ognuno di noi. Napoli va ripulita da tutto ciò, perché Napoli vuole rinascere.

Ecco il video dell’intervista:

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=c0RxGsTyvH8&feature=youtu.be[/youtube]


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