Bruciata viva, l’ex compagno si difende e attacca: “Carla mi ha usato”


Napoli – Da carnefice a vittima, è questa l’evoluzione di sé che avverte Paolo Pietropaolo, colui che ha bruciato viva mentre era incinta all’ottavo mese la sua ex compagna, Carla Caiazzo. Le sue dichiarazioni sono riportate da Il Mattino:

Sono pentito e addolorato per quello che ho fatto ma vi invito a valutare anche la sofferenza che Carla ha causato a me, sebbene non sia paragonabile alla sua. Mi ha usato per avere un figlio e poi mi ha lasciato per un altro uomo.

In aula, l’avvocato di Pietropaolo condanna il gesto del suo assistito etichettandolo come ignobile e senza giustificazioni, tuttavia cerca di alleggerire la posizione del suo assistito sottolineando il rapporto difficile tra i due, il fatto che l’avesse lasciato per mettersi con un altro uomo nonostante fosse incinta di lui, l’assunzione di psicofarmaci e l’assenza di premeditazione.

L’accusa ha chiesto, per Paolo Pietropaolo, la pena di 15 anni di detenzione per tentato omicidio e stalking, mentre la difesa punta a una condanna soltanto per lesioni gravi. Per quanto riguarda la parte civile, il legale di Carla Caiazzo ha chiesto un risarcimento di 1 milione di euro per i danni derivanti dal gesto dell’uomo.

Carla intanto era assente in aula, poiché le sue condizioni di salute non glielo permettono. L’avvocato, durante le fasi del processo, ha riferito che la donna non ha più le orecchie e in questo momento non riesce neanche ad abbracciare sua figlia.


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