Portici riconosce lo Stato di Palestina: voto unanime contro il genocidio perpetrato da Israele

Portici riconosce lo Stato di Palestina


Il Consiglio Comunale di Portici ha votato all’unanimità il riconoscimento simbolico dello Stato di Palestina. Un gesto il cui significato è prettamente ideale (solo uno Stato può riconoscere formalmente un altro Stato), ma che rappresenta un segnale forte, importante, che sottolinea ancora di più il sentimento popolare che vede la cittadinanza nettamente schierata in favore della pace, contro i crimini di guerra di Israele e il genocidio disposto e organizzato dal governo di Netanyahu.

L’ordine del giorno, con votazione avvenuta il 16 luglio, è stato proposto dal consigliere comunale Dario Formicola, attivista di lungo corso, ex operaio Whirlpool e facente parte della rete Belc (Building Europe with local Councillors, costruire l’Europa con i consiglieri locali). La sensibilità sulla questione palestinese nasce molti anni orsono ed è culminata con la visita alla Città Santa.

Portici riconosce lo Stato di Palestina – Il consigliere Formicola

Portici riconosce lo Stato di Palestina: una città apripista

La città alle falde del Vesuvio è una delle apripista, in Italia, sotto questo aspetto. Un atto che giunge poche settimane dopo la decisione, da parte dei colleghi napoletani, di interrompere le relazioni con Israele. In un momento storico in cui il governo italiano, di fatto, continua a supportare e rendersi complice dello sterminio del popolo palestinese, ci sono gli enti locali che si fanno portavoce dei cittadini anche in una materia – la politica estera – che normalmente trova poco spazio nei municipi.

Bisogna scegliere da che parte della Storia vogliamo stare

Ma adesso parliamo di eventi dalla portata storica, di quelli di cui si parlerà nei secoli a venire. La lezione dell’Olocausto è proprio questa: la Storia accade intorno a noi giorno per giorno, e dobbiamo dare conto ai posteri. Ai nostri nonni abbiamo chiesto cosa facevano mentre i nazifascisti uccidevano milioni di ebrei, nomadi, omosessuali, slavi, Testimoni di Geova, dissidenti. Domani, ce lo chiederanno i nostri nipoti.

Il discorso completo del consigliere

Questo il discorso completo del consigliere Formicola, che ha ricevuto l’applauso di tutti i colleghi, sia di maggioranza che di opposizione.

“Ritengo molto, molto grave che il riconoscimento dello Stato di Palestina non venga discusso a livello nazionale; sono cose di cui dovrebbe occuparsi il governo italiano. Il nostro Presidente del Consiglio, al Premier Time, ha detto: “Non condividiamo alcune delle proposte fatte dal governo israeliano”. Ma quali proposte? Stanno sterminando una popolazione! Quali proposte? “I palestinesi ringraziano l’Italia per quello che ha fatto e sta facendo”. Esattamente cosa sta facendo? Vende armi a Israele con cui si consuma il genocidio!”.

“Ecco, è di questo che dovremmo parlare: di quello che non fa il governo italiano. Dovremmo parlare dell’Europa, che ha dato – giustamente, sottolineo – 18 pacchetti di sanzioni alla Russia e zero, zero a Israele; degli Stati Uniti, che hanno addirittura posto il veto sulla risoluzione ONU per il cessate il fuoco e che restano in silenzio di fronte a un genocidio!”.

“Il genocidio del popolo palestinese è evidente a tutte le persone che ogni giorno usano anche solo i social: è un genocidio in diretta streaming, e l’unica cosa che facciamo sono gesti simbolici!”.

“Purtroppo, io, come consigliere comunale, posso fare solo questo: riconoscere lo Stato di Palestina in via simbolica. Posso condividere ogni giorno sui social quello che avviene a Gaza e quello che avviene nei territori illegalmente occupati della Cisgiordania”.

“Pare che, adesso, finalmente qualcosa si stia muovendo. La politica, che fino a ieri è stata vergognosamente in silenzio, finalmente si sta svegliando, ma solo perché è stata travolta dall’opinione pubblica. Hanno scoperto che la gente è più sensibile di quanto pensassero!”.

“Ancora una volta la politica ha dimostrato di essere lontanissima da quello che pensa la gente comune. La politica fa togliere la bandiera della Palestina da piazza San Carlo a Torino, e il vigile del fuoco la sventola; fanno togliere la bandiera durante una tappa del Giro d’Italia, e il giorno dopo, nella tappa successiva, appaiono centinaia di bandiere della Palestina; la politica vende armi a Israele, e gli eroici portuali di Marsiglia e Genova le bloccano. Le 300.000 persone a Roma non erano in piazza per la politica, ma per una questione di umanità!”.

“Quasi 60.000 morti (anche se uno studio di Harvard parla di 377.000 palestinesi scomparsi, quindi le cifre potrebbero essere ben diverse), 135.000 feriti, 16.000 bambini ammazzati, oltre 200 giornalisti palestinesi uccisi, persone bruciate vive, bambini ai quali sono stati amputati arti senza anestesia, paramedici trucidati a sangue freddo e seppelliti insieme alle ambulanze, un’intera nazione rasa al suolo…”.

“E potrei continuare per ore a raccontare quello che sta succedendo a Gaza e anche nei territori illegalmente occupati della Cisgiordania. Ma quello che mi chiedo è: cosa dirò a mia figlia? Cosa diremo ai nostri figli quando ci chiederanno cosa facevamo mentre sterminavano la popolazione palestinese compiendo un vergognoso genocidio? Come giustificheremo il silenzio su questo genocidio?”-

“Poi ci sono gli aiuti umanitari gestiti da Israele! Israele ha trasformato i centri per gli aiuti umanitari a Gaza in trappole mortali, in una sorta di Squid Game! Vedere le immagini dei bambini in cerca di cibo fa male. Vedere scene di gente affamata avvicinarsi agli aiuti umanitari in maniera disperata è tremendo. Vederli abbattuti dall’esercito israeliano fa malissimo, non solo a me, ma a tutte le persone che hanno un briciolo di umanità”.

“Voglio chiudere con due parole. Le parole di quello che considero una sorta di amico, il quale temeva questo giorno, temeva la perdita di umanità: Vittorio Arrigoni, Vik, che già nel 2008 raccontava su Il Manifesto dei tanti civili, dei tanti bambini ammazzati a sangue freddo durante l’operazione Piombo fuso. Vittorio chiudeva i suoi articoli sempre con queste parole: RESTIAMO UMANI!”.


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