VIDEO/ Dopo le piogge, acque putride alla foce del Sarno: l’inquinamento dall’alto è impressionante

Le immagini dall'elicottero della chiazza di inquinamento alla foce Sarno


Le piogge di sabato 1 luglio hanno reso pessime le condizioni del mare alla foce del fiume Sarno, con livelli di inquinamento che hanno suscitato la forte presa di posizione della Rete di Difesa del Sarno: diffuso un video dall’alto che riprende le acque putride diffondersi al largo.

Forti piogge e scarichi illegali: un video alla foce del Sarno testimonia l’inquinamento

Il meteo inclemente delle prime ore del mattino di sabato scorso ha contribuito ad aggravare la delicata condizione delle acque sulle coste stabiesi e torresi. All’inizio del caldo weekend estivo che ha visto tanti cittadini e turisti affollare le spiagge sulla costa vesuviana, la foce del Sarno si presentava tristemente dipinta di un grigio che, dalla foce al confine tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, creava una macchia che si diffondeva nel golfo, andando ad avvolgere completamente lo scoglio di Rovigliano prima di immettere migliaia di litri di acqua inquinata in balia delle correnti.

Il video, ripreso da un elicottero e diffuso sui social dalla Rete di Difesa del Sarno – Castellammare di Stabia, offre le raccapriccianti immagini della macchia di liquame che si apre circondando Rovigliano e Marina di Stabia, condizionando così le acque nelle quali tanti hanno cercato refrigerio durante l’ultimo fine settimana.

“Vietare la balneazione dopo le forti piogge”: ma i comuni alla foce sono entrambi sciolti per infiltrazioni

“I sindaci dei comuni interessati in questi casi dovrebbero emanare un’ordinanza con la quale si prescrive il divieto di balneazione, in concomitanza di eventi meteorici di precipitazione”, suggerisce la Rete di Difesa del Sarno. E continua: “l territori comunali presentano una serie di canali e collettori che scaricano in mare le acque provenienti dalle condotta di fogna bianca cittadina, condotta comunale in cui recapitano le acque meteoriche di dilavamento, soggette o meno a regolamentazione, provenienti da opifici, complessi industriali ed artigianali, ricadenti all’interno dei territori comunali”.

“Tutto questo associata alla becera consuetudine che quando piove ci sta chi ne approfitta dell’alto livello dell’acqua per scaricare il contenuto delle vasche interne delle aziende per evitare costi elevati per la depurazione sostiene ancora la Rete Difesa del Sarno. Un’analisi dettagliata con la quale sprona a trovare i responsabili materiali di una situazione che sembra non vedere fine. Un lavoro reso complicato dall’instabilità degli interlocutori istituzionali: i più vicini, il comune di Torre Annunziata e quello di Castellammare di Stabia, a destra e a sinistra della foce Sarno, sono entrambi sciolti per infiltrazioni della criminalità organizzata.


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