Stazione Cook di Ercolano, l’ennesimo scempio in terra Vesuviana


Quella che stiamo per raccontarvi non è solo la storia di uno spreco di denaro pubblico, ma bensì la storia di un’opera architettonica dimenticata e di un territorio meraviglioso completamente abbandonato. Parliamo ancora una volta del Vesuvio, terra di lava e vigneti, di vallate incantevoli e grande tradizione.

Quel misterioso gigante che sovrasta un’intera città e che sembra guardarci con occhi magnanimi, e al contempo, minacciosi. Questa è la storia della Stazione Cook, sita in località San Vito, nel territorio di Ercolano (foto stazione Cook). Una monumentale struttura interamente costruita in pietra lavica alla fine dell’ottocento che, per oltre 50 anni, ha collegato Pugliano con la stazione inferiore della funicolare, inerpicandosi tra sentieri montuosi e fitta vegetazione. Un edifico storico che per anni ha rappresentato un vero e proprio vanto per il territorio vesuviano, ma che oggi versa in stato di completo abbandono nonostante l’approvazione di un ambizioso progetto di recupero che avrebbe dovuto riportarlo a nuova vita.

Questa storia inizia nel 2004, quando l’Ente Parco Vesuvio scelse di acquistare l‘immobile alla modica cifra di 450 mila euro, per iniziare una lunga serie di lavori di ristrutturazione che avrebbero dovuto rimettere a nuovo l’intera costruzione. Proprio nel 2004, a seguito dell’acquisto, fu siglato un protocollo d’intesa tra Regione Campania, Provincia di Napoli ed Ente Parco Vesuvio che tra i tanti punti in programma prevedeva proprio il ripristino della strada ferrata che per anni, aveva collegato tra loro i vari paesi costruiti alle pendici del Vesuvio. Fin qui tutto liscio, fino al 2007, anno in cui si diede inizio ai lavori di recupero strutturale, lavori che avrebbero dovuto interessare (in parte) anche tutto il territorio circostante che, nel corso degli ultimi decenni, aveva conosciuto ogni serie di vessazione e deturpamento.

funicolare vesuvio

Funicolare del Vesuvio

A leggerlo su carta un progetto dal grandissimo impatto che prevedeva un mega investimento da 63 milioni di euro, e che avrebbe dovuto rimettere nuovamente in pista il famoso “Trenino rosso del Vesuvio”, celebre anche per la canzone Napoletana Funiculì Funiculà (musicata da Luigi Lenza), che in soli 20 minuti avrebbe dovuto portare i turisti alla base del grande cono, passando per tre fermate intermedie che avrebbero consentito ai viaggiatori di raggiungere agevolmente una grande area pic nic, i principali sentieri escursionistici e l’Osservatorio Vesuviano, e poi un museo, un bel ristorante con vista sul mare, e perfino un Hotel che avrebbe dovuto accogliere turisti stranieri.

Funiculì Funiculà – Luigi Denza
https://www.youtube.com/watch?v=om0KYsAKEzQ

Eppure dal 2009 (anno della fine dei lavori), ad oggi.. tutto tace! Dopo un investimento di ben 2 milioni di euro le istituzioni continuano a “rimpallarsi” colpe e responsabilità, lasciando così lo storico edificio alla mercè di vandali e teppisti. Gli oltre 5 anni di silenzio ed abbandono hanno portato ad un naturale decadimento dell’edificio accelerato dalle ignobili incursioni di vere e proprie spedizioni vandaliche che hanno vanificato i lavori di ristrutturazione.

Ricordiamo infatti che circa due anni fa, Domenico Cuciniello, presidente della Pro loco di Ercolano, aveva segnalato la questione al famigerato programma televisivo Striscia la notizia che, con tanto di telecamera in spalla, aveva filmato l’incredibile stato di incuria e trascuratezza in cui versava la bellissima Stazione Cook. Il servizio di Striscia andato in onda il 18 Maggio 2011.

Questa è la storia di un immenso spreco non solo economico e finanziario, è la storia (tanto cara alla cultura istituzionale partenopea) di uno spreco di potenzialità e bellezza. E intanto il Vesuvio continua a guardarci, lì, dall’alto, con quella smorfia di celato disappunto a cui noi di Vesuviolive.it sentiamo di accodarci. Disappunto non solo per quelle cariche istituzionali lontane e distratte, ma anche per tutti gli abitanti di questa affascinante e meravigliosa terra che, assolutamente ignari e inconsapevoli della loro ricchezza, si sono fatti incoscienti portatori di una cultura incivile e sprezzante, rendendosi responsabili a livello individuale, in maniera più o meno diretta, della deturpazione di un bellissimo pezzo di storia.

L’ospitalità è Napoletana, si diceva un tempo. Certo non si direbbe a navigare sull'”avveniristico” sito dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio. Il Prof. Ugo Leone è il presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio. Per far sentire il senso di angoscia e di rivalsa, che ogni cittadino Vesuviano deve avere, è d’obbligo inviare una mail di protesta all’indirizzo: presidente@epnv.it


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