Natale sotto sorveglianza per Napoli: le 13 zone super pattugliate


Per la città di Napoli si prospetta un Natale 2017 sotto sorveglianza a causa dell’alto rischio di attentati terroristici. Saranno infatti presenti molti turisti occidentali tra il 23 dicembre ed il 6 Gennaio. La città ha visto un numero di visitatori da record che purtroppo fa salire l’allarme terrorismo. La Prefettura ha infatti deciso di rafforzare la sicurezza nelle aree a rischio. Le pattuglie dell’esercito, polizia e carabinieri faranno infatti turni prolungati, saranno impiegati anche cani da fiuto per individuare eventuali esplosivi e barriere antisfondamento potenziate. Le aree della provincia ad essere pattugliate saranno 13.

Come rende noto il corriere.it, le aree a sorveglianza speciale saranno il porto e l’aeroporto. la polizia di frontiera di Capodichino ha già una black list che aiuterà ad individuare possibili attentatori e anche possibili arrivi di narcotrafficanti. Al porto invece saranno tenute sotto sorveglianza le navi da crociera. Ci saranno 20 attracchi in 15 giorni e saranno potenziati i i controlli agli sbarchi e al passaggio di merci dalla dogana già di norma tenuti sotto controllo dalla Finanza e dall’autorità portuale.

All’interno della città saranno presenti pattuglie militari che sorveglieranno i consolati americano, britannico, spagnolo, francese e tedesco. Anche Piazza Plebiscito ed il Duomo saranno sotto presidio fisso perchè sono i luoghi di maggiore afflusso turistico, ma una sorveglianza massima l’avranno i Decumani, il Vomero, via Toledo e via Chiaia che già da questa settimana hanno registrato un afflusso di turisti da record che aumenterà ancora di più tra il 23 ed il 26 dicembre prossimi.  Le forse dell’ordine saranno quindi impegnate a mantenere altissima la sorveglianza, per tutelare i turisti e garantire la sicurezza pubblica.

Ma si stanno impegnando anche a garantire la salute dei cittadini ed infatti ieri i carabinieri hanno denunciato 4 persone in un ristorante di Santa Lucia e 3 venditori ambulanti di porta Capuana che servivano e vendevano pesce in cattivo stato e senza riportare, come imposto dalla legge la tracciabilità dei prodotti alimentati indicandone così la provenienza.


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