Mahmood: “Sono gasato di essere a Napoli. Canto la vita difficile di un ragazzo napoletano”
Mag 03, 2019 - Martina Di Fraia
Un giovane cantante di origini italo-egiziane, che definisce la sua musica “Marocco-pop” e ha un debole inaspettato per la città di Napoli. Dopo l’incredibile vittoria a Sanremo con il brano “Soldi”, Mahmood non smette di collezionare successi: a breve rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest, che si terrà a Tel-Aviv dal 14 maggio in poi, e stasera anche i suoi fan partenopei avranno l’occasione di sentirlo dal vivo in un concerto al Duel Club, locale di Pozzuoli, cittadina della zona flegrea di Napoli.
Sarà proprio questo concerto l’occasione di presentare anche a Napoli il suo nuovo singolo, “Calipso”, che in una settimana ha già collezionato più di 600.000 visualizzazioni su Youtube. Il singolo è un’ulteriore conferma della fama di cui sta godendo il giovane cantante, che in questa occasione ha collaborato con importanti artisti della scena rap italiana, da veterani come Fabri Fibra a nuovi idoli giovanili come Sfera Ebbasta. Ma ad essere ancora più sorprendente è il tema della canzone: la storia di un ragazzo che abita in un quartiere difficile di Napoli, uno spaccato della sua vita quotidiana e delle sue difficoltà.
“La canzone parla di una ragazzino che fa una vita non facile e che abita a Napoli. La sua storia si potrebbe spostare idealmente in tante città, come la “mia” Milano“, racconta Mahmood in un’intervista a Repubblica a firma di Paolo Popoli. Del resto, un argomento particolarmente caro al giovane cantante è proprio quello della periferia: lo ha dimostrato nella sua hit “Soldi”, che racconta la storia di una famiglia non convenzionale, e più in generale in tutto il suo album “Gioventù bruciata”. In questo nuovo album “c’è un po’ tutto quello che ho vissuto negli ultimi quattro anni, non solo musicalmente“, spiega Mahmood. “Parlo di vita“.
Ed è proprio la vita con le sue contraddizioni, in tutto il suo splendore e in tutta la sua crudeltà, che traspare dalla nuova hit “Calipso”. Si va dalle immagini più vivide dei pericoli della periferia (“Corri ragazzo nei vicoli/Cento sirene negli angoli/Nessuno cercherà nel tuo cuor”), a quella sorta di speranza disperata che non abbandona mai i suoi abitanti, un sentimento in cui tante volte ci imbattiamo proprio noi napoletani (La gente aspetta i miracoli/A braccia aperte, sì, come i tentacoli/Spera che risolva tutto il Signore/Ma non è così, no no no no). E nella canzone non manca un verso quasi nostalgico, che indica quanto siamo sempre legati alle nostre origini, nonostante il fatto che cerchiamo in tutti i modi di fuggire (Ho provato ad andare lontano/Per guardare il mondo con occhi diversi/Che possiamo scappare da tutto, sì/Tranne che da noi stessi).
In altre parole, “Calipso” è un singolo che non potrà non toccare il cuore di molti partenopei, e non solo. Resta solo da sperare che, come auspica lo stesso Mahmood, il tema delle periferie si sposti sempre più al centro del dibattito politico italiano, e non solo del panorama musicale. “Sono molto gasato di essere a Napoli – ha detto l’artista -. Per carità, adesso non voglio creare strane aspettative nel pubblico…Posso solo dire Napoli, aspetta il mio Morocco-pop”.