Chi è Rosario Piccirillo, il boss che dettava legge alla Torretta


Negli ultimi giorni si è tornato a parlare di Rosario Piccirillo, boss della camorra e padre di Antonio Piccirillo, il ragazzo che al corteo contro la camorra e la violenza si è schierato apertamente contro le azioni criminali compiute in passato dal padre. Questo il messaggio di Antonio al corteo:

“Sono Antonio Piccirillo, figlio di Rosario Piccirillo, che purtroppo ha fatto delle scelte sbagliate nella vita: è un camorrista, almeno così hanno detto i giudici, i giornali le istituzioni. Voglio lanciare un messaggio a noi, figli di queste persone: amate sempre i vostri padri, ma dissociatevi assolutamente dai loro stili di vita, perché sono stili di vita che non pagano”.

La parabola criminale di Rosario Piccirillo, conosciuto come ‘o biondo, comincia negli ultimi anni Ottanta. Il suo quartier generale era la Torretta, il territorio della città di Napoli dove aveva esteso il suo dominio corrispondeva ai quartieri Chiaia e San Ferdinando: traffico di stupefacenti e contrabbando di sigarette, attività che lo legarono a Giovanni Paesano, boss di Posillipo. Nel luglio del 1989 fu arrestato in un albergo di Ischia, dove fu trovato in possesso di hashish, cocaina e svariati milioni di lire, mentre nel 1991 subì il sequestro di una gioielleria e di un’imbarcazione utilizzate, rispettivamente, per il riciclaggio di denaro e il contrabbando di sigarette.

Uscito di galera, tornò nel 2001 sotto la lente di ingrandimento degli investigatori e nel febbraio 2002 di nuovo in manette. Questa volta fu ritenuto responsabile di usura ed estorsioni ai danni di noti commercianti di Chiaia, i quali venivano costretti a consegnare beni e danaro come interessi per i prestiti concessi. Si parla di un 10% di interessi al mese, corrisposti anche tramite assegni e cambiali ritrovati in grande quantità durante le perquisizioni.

Rosario Piccirillo fu arrestato di nuovo nel 2009, dopo aver violato le misure imposte dalla sorveglianza speciale. Fu sorpreso in compagnia di alcuni pregiudicati all’esterno dell’hotel di Posillipo dove aveva stabilito il proprio domicilio, in un orario non consentito.


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