Napoli, bimba muore dopo il parto. Il dolore della mamma: “Niente cesareo. Torno con una bara”

Ospedale Evangelico Betania


Oggi torno a casa, con il ventre vuoto, una cicatrice ed una bara. La mia casa sa di rosa, i cassetti sono pieni delle sue cose che non saranno mai indossate”. Inizia così il post pubblicato su Facebook da Giulia Capricano, a poche ore dal parto e la morte della sua Camilla. La bambina è morta dopo il parto cesareo praticato all’Ospedale Evangelico Betania di Napoli: troppo tardi secondo la donna e suo marito, in tempo e rispettando tutte le linee guida secondo la direzione dell’ospedale. Ma procediamo con ordine.

Bimba morta a Villa Betania dopo il parto: il racconto della mamma

Giulia ha rotto le acque alla 38esima settimana, dunque secondo una tempistica di gravidanza ritenuta a termine. La donna così è corsa a Villa Betania, pur non avendo i dolori del travaglio.

Giulia scrive: “Ho rotto le acque. Una cosa fisiologica, si sa, a 38 settimane. Corro all’ospedale Betania, i dolori non sono arrivati. Il parto è stato indotto il mattino seguente ma qualcosa è andato storto. Il battito della mia bambina decelerava. Io ero in ipertono uterino. Potevo morire con lei, ed una mamma sa cosa ho pensato. Tanti, tanti ostacoli al parto naturale”.

L’operazione chirurgica per praticare il parto cesareo è arrivato 24 ore dopo la rottura delle acque. “Mi è stato detto ‘sofferenza fetale è un parolone’ – continua Giulia Capricano – Nonostante queste parole ho stretto a me una bimba col cuore caldo ed il cervello spento. Distacco di placenta improvviso. IMPROVVISO. Quello del medico non è un lavoro che si improvvisa, sono stata incisa 24 ore dopo la rottura delle acque, sono stata abbandonata alla speranza che i dolori incalzassero e il battito della bambina si stabilizzasse. È stata per me una violenza. Tutto per un maledetto PARTO NATURALE. Sacco rotto. Ipertono uterino. Battito della bimba decelerato. Bambina troppo su. Utero chiuso”.

A questo punto secondo la donna tutto avrebbe cominciato a precipitare. Si legge ancora nel post: “Quanto ancora deve essere complicato un parto per decidere di intervenire? E invece no, aspettiamo di non sentire più il battito, qualcosa non va. È troppo tardi, la morte cerebrale della mia bimba è sentenziata ma il suo cuore è forte, resiste, si aggrappa alla vita, al mio petto. Cami muore 24 ore dopo l’intervento. Siamo nati e morti con lei. Il dolore è inspiegabile ma non mi fermerò mai. ESIGO GIUSTIZIA per la mia ANIMA INNOCENTE. Lotterò affinché la sua morte non sia invana. Affinché nessuna donna e nessun bambino vengano trattati in questo modo, affinché nessun papà stringa a sé la sua bimba morta senza neanche capire cosa sia successo. Te lo prometto amore mio”.

La mrisposta della direzione sanitaria di Villa Betania: “Rispettate le linee guida”

Sul caso sono state aperte due indagini, quella giudiziaria e quella interna. La direzione sanitaria si è messa subito a disposizione della magistratura per collaborare alla corretta ricostruzione della verità, ma ha risposto affermando che sono state seguite alla lettera tutte le linee guida.

Vincenzo Bottino, direttore sanitario di Villa Betania, ha spiegato all’agenzia Ansa che “Siamo provati da questo evento, ci rendiamo conto della tragedia, ma siamo con la coscienza a posto perché abbiamo rispettato le linee guida delle buone pratiche. La signora è stata controllata in continuazione con parametri sempre stabili e tranquilli, dopo alcune ore da induzione del travaglio si è assistito a una sofferenza fetale improvvisa e diagnosticata precocemente, per cui dopo cinque minuti è stata portata in sala per il taglio cesareo con urgenza“.

“Da questo cesareo in pochi minuti è nato un feto in forte sofferenza con la placenta distaccata, che ha poi portato al decesso. Noi abbiamo attuato le linee guida a cui siamo molto sensibili, e dal primo audit interno non ci sono evidenze di maltrattamenti. L’attesa della nascita è stata accompagnata dai farmaci per provocare il travaglio, secondo quanto ci dicono di fare le norme e le linee guida internazionali”.


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