Chi è Nicola Gratteri, il nuovo procuratore di Napoli: vive sotto scorta dal 1989

Nicola Gratteri è il nuovo procuratore di Napoli


Nicola Gratteri è il nuovo procuratore di Napoli: la nomina è arrivata oggi 13 settembre dal plenum del CSM, il Consiglio Superiore della Magistratura.

Nicola Gratteri nuovo procuratore di Napoli

La nomina era nell’aria da diversi mesi, ma nonostante ciò l’organo supremo dei magistrati non ha espresso voto unanime: il CSM si è infatti spaccato sul nome di Gratteri quale capo degli uffici giudiziari di Napoli. La nomina è passata a maggioranza, con 19 voti favorevoli: altri 13 membri del CSM hanno diviso i loro voti tra l’attuale procuratore di Bologna e la procuratrice Rosa Volpe. Gratteri riempirà il posto lasciato vuoto un anno e mezzo fa da Giovanni Melillo, passato alla Direzione nazionale antimafia e terrorismo.

A far pendere l’ago della bilancia sul nome di Nicola Gratteri a capo della più grande procura d’Italia ha contribuito di certo l’esperienza del magistrato nella lotta alla criminalità organizzata. Un impegno che lo ha portato alla cattura di 140 latitanti nella sua lunga carriera da uomo di giustizia, e che lo ha condotto a scavare nei rapporti tra le istituzioni e i gruppi criminali.

Gratteri vive da oltre 30 anni sotto scorta

Nicola Gratteri vive sotto scorta dal mese di aprile del 1989, dopo che una sua indagine aveva provocato le dimissioni di un assessore regionale e fatto cadere la Giunta Regionale della Calabria. Nel corso degli anni ha indagato in modo intenso sui legami tra ‘Ndrangheta, massoneria e politica, oltre che su due grandi business della criminalità organizzata che sono il traffico di armi e di droga. Molte volte sono emerse notizie circa degli attentati organizzati contro la sua vita: nel 2005 nel porto di Gioia Tauro fu scoperto un arsenale composto da esplosivi, lanciarazzi, kalashnikov e bombe a mano che avrebbe potuto essere impiegato per ucciderlo.

Gratteri e l’Unità d’Italia

Sono celebri le parole di Nicola Gratteri anche sul Risorgimento e sul processo che portato all’Unità d’Italia. Il 12 gennaio 2019, nella trasmissione Quante Storie condotta da Corrado Augias, affermò: “In un secolo e mezzo la classe dirigente ha legittimato le mafie. L’Unità d’Italia è stata imposta: come possono mille Garibaldini conquistare un Regno forte contro migliaia di Borbonici che difendevano la loro terra, senza aver avuto una mano da poteri locali diventati poi sempre più forti grazie alla classe dirigente degli ultimi 150 anni. La storia viene scritta dai vincitori, e i perdenti appaiono come i soliti sporchi, brutti e cattivi”.

“Un arrivo provvidenziale”

“Mai come in questo momento storico, il suo avvento appare per Napoli  provvidenziale”. Sono queste le parole di Giuseppe Raimondi, Segretario Generale Provinciale del sindacato di polizia Coisp partenopeo, il quale così continua: “Sicuramente sarà un valore aggiunto che potrà fare la differenza in un territorio quale quello napoletano, già piagato ormai da tempo immemore, dalle cosche camorristiche e da eventi di micro e macro criminalità che ogni giorno macchiano la bellissima foto di una città che potrebbe essere la più bella al mondo.

“Sicuramente, unitamente all’arrivo del neo Questore Maurizio Agricola, altra personalità di spessore che sin da subito si è rimboccato le maniche per ridare alla Polizia di Stato ed ai cittadini partenopei e del suo hinterland la giusta dignità, il dottor Gratteri costituirà quella condicio sine qua non affinché sicurezza e giustizia percorrano la medesima strada perseguendo quindi il medesimo obiettivo” è l’aspettativa di Raimondi.

“Credo – termina il sindacalista – che oggi i cittadini possano e debbano fidarsi ed affidarsi alle Istituzioni, quella fiducia ed affidamento che fino ad oggi, proprio per i fatti fin’ora succedutisi, hanno sicuramente vacillato.  Mi sento, quindi, a nome mio e del sindacato che rappresento,  di  dare un benvenuto  al dott. Gratteri e di augurare a lui ed al suo staff un grande in bocca al lupo, garantendo da  parte nostra  una fattiva collaborazione, per quel che ci compete”.


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