Il volto di Giò Giò nell’occhio di Maradona: a Napoli il murale più alto del mondo


E’ il murale più alto del mondo quello che lo street artist partenopeo Jorit sta realizzando a Napoli, sulla facciata di uno degli edifici del Centro Direzionale: un vero capolavoro che non solo omaggia i grandi della città ma si pone fortemente contro la violenza che ingiustamente spezza giovani vite, e lo fa attraverso il volto di Giovanbattista Cutolo, il musicista di recente ucciso in piazza Municipio.

Murale di Jorit al Centro Direzionale di Napoli con il viso di Giò Giò

In alto c’è Maradona, il genio del calcio che ha riscritto la storia degli azzurri. Sotto di lui il volto di Pino Daniele, voce di Napoli che con la sua inconfondibile voce ha portato in alto il nome della nostra città. Infine, uno dei suoi più grandi amici nonché artista che ancora oggi continua a far sognare e divertire intere generazioni: Massimo Troisi.

Questi i volti riprodotti da Jorit per celebrare la grandezza di Napoli, attraverso un’opera d’arte resa ancor più suggestiva dalla maestosità del Vesuvio che spicca alle spalle dell’edificio. Ad oggi, il murale assume un significato ancor più incisivo ponendosi come simbolo della lotta alla violenza.

E’ proprio nell’occhio di Maradona che l’artista ha voluto riprodurre il viso di Giò Giò, il giovane ucciso a soli 24 anni, a colpi di coltello, a seguito di una banale lite sfociata tra ragazzi, per uno scooter parcheggiato male. L’accusa di omicidio è ricaduta su un 16enne dei Quartieri Spagnoli che, a poche ore dall’assassinio, ha ammesso le sue responsabilità.

Sono profondamente arrabbiato per quello che è successo. I giovani sono come delle spugne, assorbono tutto ciò che vedono attorno e se la narrazione è quella di Gomorra e della malavita, la Napoli criminale diventa una realtà oltre che uno stereotipo” – ha raccontato Jorit a Il Corriere del Mezzogiorno, motivando la scelta di rappresentare il giovane musicista.

“Voglio raccontare l’anima ribelle di Napoli, quella delle canzoni di Pino Daniele e dei film di Massimo Troisi, ma anche il suo momento positivo, la capacità di rottura con il passato, il genio di Maradona con la speranza che non ci si fermi al calcio e allo scudetto. Ma è anche la chiusura di un ciclo per me in questa città, più imponente e significativo di questo non posso fare. Perciò ci ho messo i miei idoli positivi e Giovanbattista nello sguardo di Diego che vede oltre. Ma a questo ragazzo voglio dedicare anche un’opera apposita” – ha concluso.


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