Autonomia differenziata, corteo a piazza Garibaldi per una mobilitazione nazionale

Indetta manifestazione nazionale contro l'autonomia differenziata


Continuano le forti proteste contro il Disegno di Legge per l’autonomia differenziata con una manifestazione nazionale indetta per il 16 marzo: a Napoli, l’appuntamento è a piazza Garibaldi alle ore 14.30.

Autonomia differenziata, manifestazione nazionale a Napoli

Si sono raccolti sotto la bandiera del “No Autonomia Differenziata”: movimenti, associazioni e comitati uniti nella volontà di contestare la legge targata Lega. Un cambiamento epocale – in negativo – che cristallizzerà un divario tra territori del Nord e del Sud con disparità di diritti e servizi tra persone che sulla carta hanno la stessa cittadinanza italiana.

Una protesta che torna in piazza il 16 marzo con una manifestazione nazionale in contemporanea in tante città d’Italia: Napoli si da appuntamento nella centralissima piazza Garibaldi, alle ore 14.30, per un corteo al grido diNun ce scassate ‘o paese: se ogni regione va per proprio conto… Sarà il popolo a pagare il conto!”.

Il manifesto degli organizzatori

Ma la protesta parte da lontano: Contrastiamo il progetto secessionista fin dal 2018, quando furono firmate, in segreto le “pre-intese” per il trasferimento di tutti i poteri legislativi e amministrativi dallo Stato alle regioni (secessione dei ricchi!). La nostra lotta è lotta di principio, non di interesse congiunturale”, precisano gli organizzatori.

Il manifesto degli organizzatori è un elenco dei motivi per i quali dire no alla contestata proposta.

Autonomia differenziata significa: soppressione di fatto della Costituzione e trasformazione dell’Italia in un’accozzaglia di territori autonomi, in guerra l’uno contro l’altro per accaparrarsi risorse che non saranno più comuni perché il Nord terrà per sé le proprie tasse; aumento e legalizzazione delle disuguaglianze e dei divari economici e sociali tra singoli territori e tra Nord e Sud; divisione e guerra tra i cittadini e le cittadine di regioni confinanti, per il monopolio della gestione delle infrastrutture (ferrovie, porti, aeroporti) e dei beni ambientali; privatizzazione selvaggia di sanità, scuola e trasporti; stipendi e contratti differenti da regione a regione e privilegi per i residenti nelle regioni già ricche; speculazione ambientale e abuso senza limiti dei territori; depredazione del Mezzogiorno e sua riduzione definitiva a “colonia estrattiva”; fine di una anche minima parvenza di unità culturale e linguistica“.

“Il paese rischia la guerra civile per egoismo”

Una questione che, secondo gli organizzatori, è questione meramente politica ed ideologica: “Con lo squallido baratto tra premierato e autonomia differenziata tra le forze al governo, siamo all’atto finale. Il paese rischia la dissoluzione e la guerra civile per l’ottuso egoismo di gente senza scrupoli, che ha fomentato l’odio e che fonda le proprie pretese su una forzatura della Costituzione e su veti pregiudiziali antimeridionalisti”.

“Occorre mobilitarsi e dare un fortissimo segnale, dal basso, di rifiuto totale della logica egoistica del “mors tua, vita mea” tradotta in legge. Se l’Italia unita non vi garantisce i diritti essenziali, provate a immaginare cosa accadrebbe se questi diritti dovessero dipendere dal “governatore” regionale di turno e dai suoi interessi di parte”.


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