Quiz sulle città più pericolose, giovani sorpresi dall’assenza di Napoli: “Si vive meglio di quello che pensiamo”

Quiz sulle città più pericolose


“A Napoli si vive meglio di quello che pensiamo”. Così uno dei ragazzi intervistati da Zest Entertainment, che organizza feste universitarie ed eventi ad Ancona. Sui social pubblicano contenuti in cui coinvolgono i giovani e lo hanno fatto anche in merito alla classifica del 2025 sulle città più pericolose d’Italia.

Il quiz smonta il pregiudizio

Ai ragazzi è stato chiesto semplicemente di nominare le città che, a loro avviso, potessero figurare nella top 10. Alcuni hanno mostrato sorpresa quando hanno scoperto che Napoli non c’è, commentando addirittura affermando che è “strano”. Un pregiudizio che è chiaramente sintomo delle convinzioni radicate nella società civile italiana da oltre un secolo e mezzo.

Queste classifiche e tali giochini interattivi servono però anche a smascherare convinzioni errate e aggiustare il tiro. Ed allora la conclusione “A Napoli si vive meglio di quello che pensiamo” non possiamo non accettarla di buon grado e considerarla un segnale importante verso il superamento di pregiudizi. Certamente bisogna fare ancora molta strada, come dimostrano molti commenti che ripetono la solita solfa secondo cui a Napoli, e al Sud in generale, i cittadini vittima di reati non denuncerebbero.

Come se fosse possibile non denunciare i furti in appartamento, le rapine, gli scippi, gli accoltellamenti, i furti di documenti e veicoli e così via. Un ragionamento evidentemente ancora lontano dall’affermarsi a causa delle sovrastrutture mentali che in larga parte della popolazione italiana sono state inculcate per motivi di convenienza ed anche di discriminazione.

La rivoluzione digitale dei napoletani

Il razzismo contro i napoletani è una piaga che esiste, basta vedere cosa scrivono le persone sui social. Le nuove generazioni tuttavia, al contrario di un altro luogo comune, sono più aperte e capaci di ragionamenti scevri da preconcetti. La riabilitazione della reputazione della città di Napoli è comunque un processo partito dal basso, grazie ai napoletani stessi che ormai circa un decennio fa hanno cominciato a mostrare sui social networks le bellezze della propria città e a smontare le ricostruzioni razziste in voga soprattutto nei media nazionali. Una rivoluzione che sta dando e continuerà a dare frutti.

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