#IoStoConLibridine: gara di solidarietà per salvare la libreria porticese


“A essere presa, la decisione è ormai presa. Le spese di gestione altissime, la crisi economica, la questione culturale, le tasse, i centri commerciali, gli e-book, l’e-commerce e chi più ne ha più ne metta. Ed eccomi qui, a inscatolare libri e ricordi con un groppo in gola mentre guardo le colature di vernice rossa sulla porta di metallo, segno di un lavoro fatto non certo a regola d’arte, ma iniziato e concluso con l’entusiasmo di ogni prima volta.

“Le guardo e penso a quando, con un investimento di pochi euro per acquistare una latta di smalto, iniziammo, io e mia moglie Nadia, questo nuovo capitolo della nostra vita. Ci vollero due notti per rendere reale quel sogno. Una per decidere di lanciarci, noi che commercianti non lo eravamo mai stati. E la seconda per decidere il nome di quel sogno. Libridine. Un nome che dava il senso di ciò che avremmo voluto tirar fuori da quelle stanzette che volevamo trasformare da libreria dimenticata da tutti a cuore culturale di Portici.

“E invece, forse, tra qualche mese, qui dove ci sono ancora scaffali pieni di libri e di storie, ci sarà una nuova pizzetteria, la bottega di un idraulico o solo ragnatele.

O forse no… perché quando, alcuni giorni fa, abbiamo comunicato della chiusura della libreria alle persone che in questi anni ci hanno aiutato a trasformare il nostro sogno in una realtà possibile e concreta, a un certo punto un miracolo è iniziato ad accadere sotto i nostri occhi… una lenta, incessante pioggia d’affetto, un pellegrinaggio continuo fino a fuori la porticina rossa della nostra bottega di libri, ci ha fatto capire che la libreria non è solo nostra, ma di tutti voi, di tutta la città, di chiunque qui dentro abbia trovato qualcosa di diverso e speciale.

“Perché Libridine è proprio questo, la libreria dei cittadini, la libreria dei porticesi, la libreria di tutti quelli che hanno creduto in noi e in una alternativa possibile allo sfacelo culturale che abbiamo intorno.”

Questo è solo uno stralcio della “lettera aperta alla città” di Diego e Nadia, i coniugi titolari della libreria Libridine, sita a Portici in Via A. Diaz.

Libridine è in pericolo: l’ennesima libreria che rischia di chiudere non è altro che il segno di una società in cui la cultura tutta è in grave pericolo.

Eppure, il 13 aprile al LibridineDay (l’evento simbolo di una città che dice a gran voce #IoStoConLibridine e #MettiamociLaFacciaPerLibridine), la gente entrava in libreria a fiumi e nessuno dei presenti usciva dall’attività senza almeno un libro tra le mani.

La cosa che più colpisce è la massiccia presenza di bambini: tanti genitori e tanti bambini, anche molto piccoli, alla scoperta del mondo del libro, fanno pensare che forse una speranza c’è.

Tra tutte quelle persone, non è stato difficile riuscire a raccogliere i pareri di qualcuno di loro. Una giovane studentessa ha brevemente raccontato quello che, purtroppo, è uno spaccato di realtà: “Sono di San Giovanni a Teduccio e la vendita di libri al dettaglio nelle mie vicinanze è scarsa. Avendo frequentato le scuole di Portici, spesso mi è capitato di passare con gli amici nella libreria Libridine, sarebbe davvero un peccato se chiudesse definitivamente”.

Ci sarà una presentazione del libro “Il bar dell’Opera”di Roberto Del Gaudio, dove leggeranno estratti del libro gli allievi del laboratorio teatrale condotto da Roberto Del Gaudio, attore-cantante di un gruppo che si chiama i “Virtuosi di San Martino”. L’evento si terrà il giorno mercoledì 17 aprile alle ore 18:30 presso la nostra protagonista, la libreria Libridine.

Una delle componenti del Circolo dei “Libridinosi”, il circolo letterario direttamente legato alla libreria Libridine, invece, ha annunciato l’evento artistico di sabato 20 aprile a sostegno della libreria (organizzato da Vesuvio Jam Fest) e la presentazione del nuovo libro di Gigi e Ross il giorno venerdì 19 aprile.

Sono poi riuscita a parlare con i meravigliosi titolari della libreria: Diego e Nadia.

Nadia mi ha raccontato la bellissima storia di una ragazza passata in libreria per poter dare una mano: “In questi giorni, tra le varie persone che sono passate in libreria a testimoniare la loro vicinanza, varie storie anche di persone che non leggono e non hanno mai letto. In particolare, una ragazza è venuta chiedendo un libro che non avevo e che le ho proposto di ordinare.

La ragazza mi ha detto di essere venuta perché aveva visto il film tratto dal libro richiesto e aveva pensato fosse un bel libro da leggere nonostante non avesse mai letto un libro in vita sua e non fosse, per scelta, andata a scuola. Passando ogni mattina fuori la nostra libreria ha affermato che, quando ha saputo dell’imminente chiusura, ha voluto così trovare un modo per testimoniare la sua vicinanza a quello che lei ha considerato “un punto di riferimento” quale la nostra libreria.

“Così come questa ragazza, anche tante altre persone si sono affacciate alla nostra finestra dicendo “Io non leggo, non leggerò mai, un libro in mano non riesco a prenderlo perché non è mia abitudine però in qualche modo vi voglio essere vicino, come posso aiutarvi?”

libridineDiego, invece, ha risposto ad alcune domande.

Perché un simbolo di cultura quale una libreria deve sentirsi costretto a chiudere in una città come Portici? Cosa è andato “storto”?
“È difficile dirlo. Forse non è andato niente “storto” ma nemmeno niente in maniera particolarmente “dritta” per fare in modo che la libreria andasse avanti. Ovviamente le problematiche di una libreria, così come le problematiche di qualsiasi attività commerciale, sono quelle conosciute da tutti… in particolare per le librerie, la concorrenza dell’e-commerce ma soprattutto la scarsa attitudine degli italiani e, stando alle statistiche, dei meridionali in genere, alla lettura. Noi fino ad ora ce l’abbiamo messa tutta e speriamo che, magari con una presa di coscienza da parte dei cittadini, ci si possa rendere conto che portare avanti una qualsiasi attività commerciale e sostenerla è una ricchezza per la città e per i cittadini stessi: una volta che saranno chiuse tutte le attività commerciali, ci sarà ben poco da stare allegri in città.”

La libreria, oltre che un esercizio commerciale, è anche un luogo d’incontro: qui sono mai stati organizzati incontri letterari per attirare la cittadinanza? Cosa ci riserverà, invece, il futuro?
“Noi abbiamo sempre ospitato presentazioni di libri così come eventi organizzati per e con le scuole o, ad esempio, incontri sul bullismo. Tutto ciò che riesce ad aggregare persone noi lo abbiamo fatto in libreria. Non so se forse non lo abbiamo fatto abbastanza o se la risposta è stata fiacca, però, l’idea è quella di incentivare questo tipo di incontri e far sì sempre di più che la libreria sia la “libreria di tutti”: se fino ad adesso la libreria si è aperta alla città, adesso vorremmo che la città si aprisse alla libreria. Noi abbiamo, inoltre, il nostro circolo letterario che è stato il motore da cui è partita tutta questa voglia e questa speranza di rilancio. Sono stati i nostri partecipanti, che ogni primo sabato del mese si riuniscono nella massima semplicità per discutere di libri, a mettere in moto tutto. Ci stanno dando una mano anche fattivamente: le persone che oggi girano in libreria ad assistere i clienti sono nostri amici, nostri clienti e partecipanti al circolo. Ecco, la libreria è già loro, vorremmo che fosse proprio di tutti.”

La società odierna sembra non apprezzare più il “libro” in quanto tale preferendo scorciatoie spesso legate al mondo del web: come si può rilanciare la figura del libro?
“Io credo che, al di là delle letture online o delle attività che si possono fare sul web o sui social, il piacere del libro è qualcosa di insostituibile. Credo ci sia stata una generazione di mezzo che ha dimenticato proprio questo “piacere del libro” esattamente nel momento storico in cui il web si è impossessato delle menti delle persone. La speranza, però, ce la danno tutti i bambini e i ragazzini che entrano in libreria e che ancora sembrano essere affascinati dall’oggetto “libro”. Sta a noi adulti fare in modo che la fascinazione che possono avere i bambini diventi una vera e propria passione per creare una nuova generazione di lettori, il tutto senza demonizzare il web: tutto sta nel mediare tra quella che è l’attività online e il piacere della lettura cartacea.”

Cosa differenzia Libridine da una libreria dei grandi franchising?
“Come tutte le librerie indipendenti, Libridine cerca di dare qualcosa in più rispetto alla grande distribuzione in quanto, non potendo competere, per ovvi motivi, con l’assortimento o la scontistica che viene applicata nei grandi franchising, cerchiamo di ovviare con la competenza e le iniziative. Chi entra da Libridine, e nella maggior parte delle librerie indipendenti, percepisce l’amore che c’è per i libri da parte di chi gestisce la libreria: questo è ciò che vogliamo trasmettere e che la grande distribuzione non riesce a trasmettere essendosi ridotta ad essere un semplice “supermercato di libri”. Per quanto riguarda gli scrittori locali, porticesi e napoletani, siamo stati una vetrina in un momento in cui spesso nella grande distribuzione difficilmente viene accolta un’opera auto-prodotta o pubblicata da piccole case editrici: noi abbiamo cercato di dare spazio a chiunque ha dimostrato di avere qualcosa da dire nel campo letterario e non solo.

Quale sarà il futuro di Libridine?
“Dalla decisione già presa da me e mia moglie Nadia di chiudere la libreria per vari problemi economici, è partita una sorta di “gara di solidarietà”, che chiamerei quasi una “sommossa popolare”, nel momento in cui abbiamo avvisato i nostri clienti più affezionati di tale decisione. Da un semplice post su Facebook scritto dal consigliere comunale, ma innanzitutto nostro amico, Luca Manzo (tra gli animatori del circolo letterario della libreria e che, da cittadino porticese, ha moderato numerosi incontri di letture e presentazioni di libri e, insieme al resto del circolo, ci ha aiutati a costruire l’idea di libreria che abbiamo) è partita una lunga maratona “pro Libridine”. Abbiamo ricevuto il sostegno di tutta la città di Portici e centinaia di messaggi che scongiuravano di non chiudere la libreria. È nata allora l’idea di creare una libreria che soddisfi i bisogni del pubblico a 360 gradi. Ciò è realizzabile solo attraverso l’aiuto di tutti, rifacendoci un po’ al modello della libreria IoCiSto al Vomero. Vorremmo, infatti, che le persone siano fattivamente impegnate nel rilancio della libreria. Al momento è tutto in itinere: le idee ci sono e ora dobbiamo solo riuscire a concretizzarle grazie anche al sostegno dei cittadini; è proprio ai cittadini che chiediamo una mano poiché la libreria Libridine è nata come la libreria di tutti e deve continuare ad esserlo.

libridineL’appello di solidarietà dei titolari di Libridine: Sosteneteci, materialmente e moralmente, metteteci la faccia, passate a trovarci per prendere concretamente parte a questo movimento popolare, partecipate al crowdfunding che stiamo per lanciare, condividete questo messaggio con i vostri amici, postate sulla nostra pagina Facebook LibreriaLibridine e su Instagram video e foto con gli hashtag #MettiamociLaFacciaPerLibridine e #IoStoConLibridine, portateci le vostre idee e aiutateci anche voi perché la chiusura di una libreria è una sconfitta per tutti, e noi, insieme a voi, non abbiamo ancora voglia di arrenderci.

“E se già volete aiutarci a non far finire un sogno, potete anche dare un vostro contributo sul conto corrente della libreria iban: it74w0503440090000000005332.

Questo discorso si potrebbe concludere in tanti modi ma la conclusione migliore possibile me l’ha data la testimonianza del piccolo Samuel: “Non scrivere che Libridine chiude, scrivi che vogliamo salvare Libridine!”


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