Turris-Juve Stabia, la lettera di un tifoso: “Porte aperte a tutti. Ridate ai nostri figli lo spettacolo del derby”

Turris - Juve Stabia


21 ottobre e 25 novembre 2023. Potrebbero sembrare due normalissime date, ma non lo sono affatto per i tifosi di Turris e Juve Stabia. Una delle più sentite rivalità campane rivivrà in due appuntamenti nel giro di un mese, prima in campionato e poi per la Coppa Italia Serie C. Un evento più unico che raro, mai il derby aveva avuto un doppio confronto così ravvicinato. Una delle questioni che tiene banco però è la situazione tifoserie, difficilmente i tifosi delle vespe saranno presenti al Liguori a fine ottobre, come sarà quasi impossibile per la tifoseria ospite assistere al derby di coppa (non è ancora stato reso noto quale squadra sarà in casa).

La lettera del tifoso corallino: liberate Turris-Juve Stabia

Una mancanza che non nascondiamo che dispiace, i derby dovrebbero viversi senza le solite limitazioni di settore, di tifo e di passione. Proprio su questo aspetto, in mattinata è arrivata la lettera di un tifoso corallino alla nostra redazione, che fa capire il significato della parola “derby” a Torre del Greco.

“Il 15 ottobre 2000 allo stadio Amerigo Liguori di Torre del Greco va di scena l’ultimo derby tra la Turris e la Juve Stabia in cui hanno trovato posto sugli spalti entrambe le tifoserie.

Allora i biglietti si pagavano ancora in lire e si potevano tranquillamente acquistare al botteghino dell’impianto di Viale Ungheria senza esibire documenti di identità, voucher o tessere fedeltà come al supermercato. L’epoca dei social era ancora lontana e l’unico luogo dove parlare di calcio erano piazze, bar e circoletti. Esisteva ancora la festa dei 4 altari e la compagine corallina, dopo stagioni di scoramento generale, culminate però con la grande gioia dello spareggio di Nardò, si apprestava ad affrontare il suo 30° campionato consecutivo tra i professionisti con una squadra che sembrava costruita per divertire e convincere la piazza, poi arrivò l’incubo di Tricase e la triste fine di un’epoca.

Il 21 di ottobre del 2023, quasi a 20 anni esatti di distanza, torna la Juve Stabia al Liguori che, non pago dell’ospite d’eccezione, è pronto poi ad ospitarla nuovamente dopo un paio di settimane, esattamente l’8 di novembre per la coppa Italia di categoria.

Non che nei 3 anni che hanno preceduto l’attuale la squadra della vicina Castellammare non sia approdata nell’impianto corallino, anzi vi ha sempre e regolarmente sostato, ma fa veramente male quando le date ti sbattono in faccia una realtà tanto orribile quanto grottesca. Sono ben 20 anni che uno dei più bei e sentiti derby della Campania non si svolge con la cornice di pubblico che meriterebbe a Torre del Greco.

In virtù di regolamenti assurdi ed interdizioni preventive delle autorità che per lavoro dovrebbero evitare e/o contrastare eventuali problemi di ordine pubblico e non lavarsi pilatescamente le mani lasciando vuoti settori ed impedendo ad adulti di respirare nuovamente quell’aria di rivalità, cori e confronti che li hanno fatti innamorare della nostra “rossa” ed ai più giovani di poter finalmente capire che sugli spalti gli avversari esistono e sono di carne ed ossa, gli stessi che magari incontrano durante la settimana raggiungendo una città che dista appena poche decine di chilometri dalla loro.

Se poi in 20 anni ininterrotti di repressione, esperimenti sociali, schedature dei tifosi, percorsi obbligati e chi più ne ha più ne metta, la risposta alle partite cosiddette “a rischio” da parte delle autorità rimane sempre e comunque far giocare 22 atleti in assenza di quel calore e quella passione che solo i derby sanno regalare (a meno che non siano quelli per cui le pay tv hanno la necessità di inquadrare le coreografie di curve di club ben più altisonanti) allora vi dico a chiare lettere che il FALLIMENTO siete voi.

Dirigenti sportivi, amministratori comunali e presidenti che non si oppongono a simili angherie e funzionari di polizia, comitati chiamati ad esprimere pareri e suggerire soluzioni per dipanare i problemi di ordine pubblico che un evento può creare e la cui gestione dovrebbe essere il lavoro per cui siete pagati.

E dovreste essere voi a spiegare a mio figlio perché a lui è precluso uno spettacolo che suo padre invece ha potuto vivere e che lo ha fatto innamorare non di 11 persone che corrono dietro ad un pallone, ma di quella maglia che indossavano ed indossano ancora oggi. Spiegateglielo e nel frattempo, visto che mancano un paio di settimane al derby, cercate di trovare una soluzione decente e riportate il vero derby all’Amerigo Liguori con porte aperte per tutti”.


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