Dalla statua di Garibaldi alla perduta Strada Marina: a Torre è il momento di riscrivere la storia

La scritta identitaria apparsa a Torre del Greco sotto la statua di Garibaldi


Una statua di Giuseppe Garibaldi che nessuno voleva, una strada storica di Torre del Greco intitolata al conquistatore cancellando la propria identità: oggi, 17 marzo, nell’anniversario della proclamazione del Regno d’Italia è opportuno dare spazio a pulsioni identitarie sempre più diffuse nella città del corallo.

Lo slogan sotto la statua di Garibaldi: ecco perché è il momento di rivedere la storia

L’ultimo episodio è di questa mattina, quando ai piedi della statua di Garibaldi situata in piazza Luigi Palomba è apparso uno striscione: “17-3-1861, i vostri eroi criminali di guerra, via l’Italia dalla nostra terra!”.

Una frase che rievoca l’anniversario della proclamazione del Regno d’Italia avvenuta 164 anni fa dopo la guerra di conquista con la quale Garibaldi e i suoi cacciarono i regnanti borbonici. Come sempre, la storia la scrivono i vincitori ed il mito di fondazione dello stato unitario rese così necessaria un’opera di “pulizia culturale” di cui ancora oggi sono tangibili i frutti.

Dalle statue di sanguinari generali nelle piazze della nazione sottomessa alle infinite modifiche alla toponomastica che ha riempito il sud di vie Cavour, corsi Vittorio Emanuele, piazze Garibaldi e viali Mazzini: le regioni del Mezzogiorno però non hanno mai sopito il fuoco identitario che arde sotto le braci e che, grazie anche alla rete che ha dato una coscienza collettiva ai vari gruppi di orgoglio meridionalista, riescono ancora a dare segnali forti della propria identità.

Quando i torresi disertarono l’inaugurazione della statua

Quella di Torre del Greco, in particolare, è una storia controversa nella quale – unendo alcuni punti – si riesce a decifrare un carattere storicamente più legato al vecchio regno di Napoli di quanto non lo sia mai stato in quasi due secoli alla patria italiana.

Lo racconta il divulgatore Carlo Boccia, memoria storica cittadina, che durante un episodio della nostra serie “Ti porto a Torre” ha ricordato come la città corallina sia sempre stata fedele ai Borbone. Boccia racconta alcuni episodi tra cui proprio l’inaugurazione della statua di Garibaldi al centro della città, “‘mmiezo ‘a Torre”, alla quale i torresi scelsero di disertare.

La statua di Garibaldi? “Sta indicando addo’ sta ‘o cesso”

La piazza, che allora si chiamava “del popolo”, fu caratterizzata da quella posa innaturale del conquistatore di Nizza. La sua spada sguainata, racconta ancora Boccia, fu sempre derisa dai torresi che gli attribuirono ironicamente il ruolo di “indicatore” dei bagni pubblici.

“Garibaldi sta indicando addò sta ‘o cesso”, era un antico modo di dire cittadino. I gabinetti, infatti, si trovavano all’imbocco di via Cavallerizzi, proprio in direzione della spada del generale.

Nell’immediato secondo dopoguerra, nonostante la presenza di quell’ingombrante monumento, la piazza che era stata pochi anni prima intitolata al gerarca fascista Italo Balbo non fu dedicata al cosiddetto eroe dei due mondi ma a Luigi Palomba, ultimo sindaco democraticamente eletto prima dell’istituzione dei podestà durante il ventennio.

Gli aiuti dei Borbone rifiutati dai torresi. O no?

Un altro elemento di dibattito è la lapide presente a capo Torre, in via Roma, che ricorda la ricostruzione dopo l’eruzione del Vesuvio del 1861. Tanto era l’affetto della famiglia regnante borbonica verso la città (fiore all’occhiello del Regno ed importantissimo centro economico legato alla pesca e alla lavorazione del corallo) che essi, appena destituiti, decisero di inviare cospicue somme di denaro per risollevare le sorti di Torre.

Secondo l’iscrizione presente sulla lapide, però, i torresi avrebbero rifiutato gli aiuti economici provenienti dai Borbone in esilio, accettando invece quelli dello stato italiano: ma sono diverse le ricostruzioni storiche che smentirebbero questo accaduto, ipotizzando che il “rifiuto” sia provenuto non dal popolo torrese ma dalle nuove autorità fedeli ai Savoia.

Corso Garibaldi potrebbe tornare a chiamarsi Strada Marina

A Garibaldi fu dedicata, invece, una delle due strade principali del quartiere porto della città (l’altra fu dedicata al conte di Cavour). Il nome storico, strada Marina, fu cancellato per scolpire il nome di Garibaldi nella storia cittadina.

Un nome, un’identità che resta nelle traverse secondarie (via Principal Marina, strada che conduce alla Marina, etc.) ma che grazie all’impegno dell’Associazione Sviluppo Area Porto sta tornando sempre più in superficie. Il nome “Strada Marina” compare nelle iniziative di promozione della zona mare, nelle luminarie e nei progetti di rilancio.

Fu proprio il presidente dell’associazione, Carlo Esposito, in un’intervista del 2023, a lanciare l’ipotesi di un cambio di denominazione che “destituisse” Garibaldi e restituisse dignità ed identità alla strada Marina.

Una piccola battaglia identitaria che potrebbe fare da apripista per altre città meridionali delle quali le esigenze postunitarie hanno inquinato l’identità storica, ma certamente l’ennesimo segnale di come a Torre del Greco i tempi siano maturi per riscrivere proprio quella storia per come è realmente e non sotto la monotona lente dei vincitori.

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