‘E pullece ‘e monaco. I dolcetti al cioccolato che rallegravano i bambini
Gen 07, 2016 - Laura Muryel Esposito
Quando si parla di cucina napoletana, si tocca un tasto meraviglioso che se spinto è capace di aprire le porte del nostro sapere su mondi sempre nuovi. Cucinare a Napoli, non significa semplicemente preparare da mangiare, bensì è un modo per richiamare attorno alla tavola tutti quelli che hanno fame di tradizione e conoscenza della propria terra, affinché una pietanza preparata col cuore possa trasformarsi in una pillola di cultura nostrana.
Accadeva così anche nei tempi più antichi, mamme e nonne accoglievano attorno al focolare domestico figli e nipoti e tra un impasto, un sugo e una crostata, raccontavano loro le più svariate storie, molto spesso anche legate a leccornie di cui i bambini erano ghiotti.
La ricetta di che vogliamo proporvi oggi, porta al suo seguito una leggenda che appunto veniva raccontata ai bambini durante la preparazione di questi meravigliosi dolcetti e spiegava loro così l’origine insolita e simpatica del nome “‘e pullece ‘e monaco“.
I pullece ‘e monaco, sono deliziosi dolcetti, tipici del periodo natalizio, a base di mandorle, farina, miele e cioccolato fondente, nati a Castellammare di Stabia. Secondo la leggenda, un tempo (non preciso, perché non ci sono fonti che attestano l’anno in cui fu inventato questo dolce) un monaco, quasi sicuramente appartenente ad un convento sorto tra Quisisana, Pozzano e Madonna della Libera, gironzolava tra le strade di Castellammare di Stabia, portando con se il suo sorriso migliore e l’aria simpatica che lo distingueva dai molti, donando ai bambini questi meravigliosi dolcetti che conservava nelle larghe maniche del suo saio. I bambini attendevano con ansia il suo arrivo e adoravano quell’uomo buono che regalava loro dolci squisitezze.
Nasce così l’espressione pullece ‘e monaco, dove “pullece” sta per pollici e non “pulci” come molti credono. Questi meravigliosi dolcetti stabiesi tuttavia molto spesso vengono confusi con i tatù siciliani tipici del periodo della commemorazione dei defunti, che però a loro volta non hanno il cioccolato fondente e i diavulilli che li decorano.
In Campania e in modo particolare a Castellammare di Stabia, ‘e pullece ‘e monaco vengono consumati insieme a struffoli, roccocò, raffiuoli nel periodo natalizio, ma si racconta che porti fortuna e allegria al nuovo anno se consumati durante l’ultima notte dell’anno.
Vediamo come preparare in casa questi meravigliosi dolcetti.
-Ingredienti:
- 300 g di farina
- 300 g di zucchero
- 100 g di mandorle
- 80 g di cocozzata candita
- 10 g di pisto
- 6 g di cannella
- 2 g di ammoniaca
- scorza di un’arancia grattugiata
- 100 ml di acqua tiepida
- Burro q.b.
-Ingredienti per decorare:
- 150 g di cioccolato fondente
- 80 g di zucchero fondente
- 1 cucchiaio di acqua
- diavulilli
-Procedimento:
Preriscaldato il forno a 200°, infornare le mandorle e lasciarle tostare per circa 10 minuti, e poi tritarle molto finemente. Tritare finemente anche la cocozzata.
Formare su un piano da lavoro una fontana con mandorle, farina, zucchero, cannella, pisto, scorza di arancia grattugiata e cocozzata e impastare con l’acqua tiepida fino ad ottenere un composto denso.
Ricavare dall’impasto delle palline da posizionare su di una teglia imburrata e far cuocere in forno preriscaldato a 200° per 15 minuti. Una volta sfornati lasciar raffreddare.
Quando i dolci saranno finalmente freddi, mettere sul fuoco lo zucchero fondente, il cioccolato e il cucchiaio d’acqua e quando tutto sarà completamente liquido, intingere una per una le palline e posizionarle su di un piatto per lasciarle asciugare.
Prima che il cioccolato si asciughi completamente decorare con i diavulilli e poi servire.