Il Rinascimento, la luce torna a risplendere: come si vestivano donne e uomini


Finalmente si esce dall’oscurità medievale, il XV secolo porta nuova luce e rinascita, non a caso fu denominato Rinascimento. L’arte abbandona il gotico, vengono riscoperti i classici greci e latini  e si ha una riscoperta della centralità dell’uomo rispetto all’universo. E per la prima volta si riprende lo studio delle proporzioni, aiutato dalle prime dissezioni anatomiche che erano state proibite dalla Chiesa. Uno dei primi disegni che rappresenta le proporzioni perfette del corpo umano è l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci.

Il Rinascimento quindi segna la rivalutazione del corpo e della bellezza liberata dall’aura di peccato medievale per divenire il completamento della bellezza interiore. Alcuni canoni di bellezza restano però invariati, anche la donna rinascimentale ha una fronte alta, liscia e bombata e lunghi capelli biondi. Sul viso viene ancora applicata la cerussa composta da biacca e polveri di marmi su cui poi è applicata la cipria. Torna di moda truccare la bocca in modo marcato, le labbra sono infatti tinte di rosso con il minio, pratica in uso a uomini e donne, questo faceva si che si creasse un forte contrasto con i denti bianchissimi. Tra i cosmetici in voga durante il periodo rinascimentale troviamo le “pezzette del levante” ossia pezzi di tela vecchia intrise di pigmento rosso che si strofinavano sulle guance, un antenato del modernissimo blush in salviette! Per i capelli il biondo conservava ancora il suo primato e le donne usavano tinture decoloranti a base di zafferano e limone per avere chiome dorate; o come le donne veneziane passavano ore al sole proteggendo la pelle del viso con dei cappelli dalla tesa molto larga ma privi di cupola chiamati solana. Quanto all’acconciatura, quella in voga nel XV secolo era quella a sella: i capelli venivano divisi al centro in due bande aderenti alla testa che si riunivano alla nuca raccolti in una coda e il tutto era ornato con nastri, pietre, cerchietti e gioielli.

Caterina Sforza

Verso la fine del XV secolo Caterina Sforza, una donna forte, ardita e dal temperamento impavido,  compilò un trattato l’ “Experimenti della excellentissima signora Caterina da Forlì”, un codice di Caterina Sforza contenente 461 tra ricette di cosmesi, medicina e chimica e rimedi per combattere malattie e preservare la bellezza di viso e corpo. Quanto invece alla moda, in questo periodo, era dettata dalle corti. Uomini e donne indossavano abiti che sottolineavano le forme senza alterarle.

Il vestito femminile aveva lunghi strascichi e maniche pendenti ancora in stile gotico, ma con il passare del tempo lo strascico sparì e per la prima volta la gonna era un capo d’abbigliamento staccato dal corpetto. Gli uomini continuarono a mostrare le gambe ma non solo, il farsetto un tempo abbigliamento intimo fu accorciato e messo in mostra assieme alle calze-braghe che fasciavano i glutei, mentre per coprire i genitali fu inventata la braghetta, ossia l’antenata del più moderno sospensorio. In ogni caso chi aveva un incarico pubblico continuava a vestire abiti lunghi e larghi.

Braghetta


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