Fosse Ardeatine, tra le vittime Gaetano Forte: carabiniere eroe napoletano


Sono trascorsi 79 anni dall’eccidio delle Fosse Ardeatine. Tra le 335 vittime ci fu anche il Carabiniere Gaetano Forte, Medaglia D’Oro al Valore Militare.

Si commemora oggi il 79° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Una strage, una ferita profonda, che il 24 marzo di 79 anni fa portò alla morte di 335 persone, trucidate a Roma dalle truppe di occupazione naziste.
Tra quelle vittime, anche il Carabiniere napoletano Gaetano Forte, Medaglia D’Oro al Valore Militare.

Gaetano Forte, carabiniere eroe napoletano

Nato il 14 ottobre 1919 ed arruolatosi nell’Arma dei Carabinieri nel 1940, in pieno inizio del secondo conflitto mondiale, Forte fu destinato in Russia, al Fronte Orientale. Dopo due anni, fu trasferito a Roma e l’anno successivo entrò a far parte del Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri. Guidato dal Generale Caruso, il gruppo di cui faceva parte Gaetano Forte eseguì numerose e valorose azioni di guerra contro le truppe naziste.

Gaetano Forte era figlio di Gennaro Forte e Vincenza Mantone, due commercianti di Portici. Nel 1940, allo scoppio della seconda guerra mondiale, fu arruolato nell’arma dei carabinieri e inviato sul Fronte orientale, dove rimase per due anni. Alla fine del 1942 venne trasferito alla Legione territoriale carabinieri di Roma.

Dopo l’8 settembre 1943 Forte entrò a far parte del Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri, sotto la guida del generale Caruso. All’interno della Banda Caruso Forte portò a compimento numerose azioni di guerra che gli erano state affidate. Catturato dalla polizia tedesca venne rinchiuso nel carcere delle SS di via Tasso.

Catturato dalla Gestapo, fu rinchiuso in carcere e sottoposto a tremende torture. Morì con fierezza il 24 marzo del 1944, sotto i colpi di fucile esplosi dai nazisti durante l’esecuzione nelle fosse Ardeatine.

Medaglia D’Oro al Valor Militare

Per il suo enorme coraggio e l’estremo sacrificio, fu insignito della Medaglia D’Oro al Valore Militare con la seguente motivazione: “Appartenente al fronte della resistenza, si prodigava senza sosta nella dura lotta clandestina contro l’oppressione tedesca trasfondendo nei suoi compagni di lotta il suo elevato amor di Patria e il suo coraggio. Incurante dei rischi cui si esponeva, portava a compimento valorosamente le numerose azioni di guerra affidategli. Arrestato dalla polizia nazifascista, sopportava stoicamente, durante la detenzione, le barbare torture ed affrontava serenamente la fucilazione, pago di aver compiuto il suo dovere verso la Patria oppressa, con l’olocausto della vita. Roma, ottobre 1943 – marzo 1944”.

24 marzo 1944, eccidio delle Fosse Ardeatine

L’eccidio delle Fosse Ardeatine fu l’uccisione di 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, trucidati a Roma il 24 marzo 1944 dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per l’attentato partigiano di via Rasella. Eseguito il 23 marzo da membri dei GAP romani, in cui erano rimasti uccisi 33 soldati del reggimento “Bozen” appartenente alla Ordnungspolizei, la polizia tedesca.

Per la sua efferatezza, l’alto numero di vittime e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, l’eccidio delle Fosse Ardeatine divenne l’evento-simbolo della durezza dell’occupazione tedesca di Roma. Fu anche la maggiore strage di ebrei in Italia durante l’Olocausto; 75 delle vittime erano stati arrestati per motivi razziali.

Le Fosse Ardeatine, antiche cave di pozzolana situate nei pressi della via Ardeatina, scelte quale luogo dell’esecuzione e per occultare i cadaveri degli uccisi, nel Dopoguerra sono diventate un sacrario-monumento nazionale ed oggi sono visitabili.

Fonti:

  • Wikipedia
  • Mausoleo Fosse Ardeatine
  • Comunicato dei Carabinieri di Napoli del 24 marzo 2022


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