Casa dei Vettii, riapre la dimora di lusso dell’antica Pompei: tra mito e scene erotiche


Dopo quasi vent’anni riapre al pubblico la Casa dei Vettii, il gioiello del Parco Archeologico di Pompei, uno dei massimi esempi d’arte romana del I secolo nonché sede di scene mitologiche, quadri erotici e racconti per immagini che la rendono unica al mondo.

Riapre la Casa dei Vettii, il gioiello del Parco Archeologico di Pompei

E’ stata inaugurata questa mattina in presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il direttore generale dei Musei del MiC, Massimo Osanna, e il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.

Si tratta di una dimora che prende il nome dai suoi antichi proprietari, i fratelli Vettii, diventati ricchi grazie al commercio. Si tratta di una delle case più grandi e famose di Pompei, posta sotto la protezione di Priapo, dio della prosperità dipinto sulla porta, che simboleggia il benessere economico di chi ci abita. Fu letteralmente sepolta durante l’eruzione del Vesuvio del 79 e ritrovata a seguito degli scavi archeologici.

Acquistata la casa, nei suoi 1.100 mq, i due la fecero restaurare senza badare a spese, impiegando le maestranze più qualificate dell’epoca. Fu così che le pareti furono adornate di pitture raffinate fatte di scene mitologiche ed erotiche che, grazie al restauro, da oggi possono essere ammirate.

Le operazioni di restauro, nel corso degli anni, hanno impegnato team di archeologi, architetti, ingegneri strutturisti e esperti di giardinaggio. Ad oggi circa 1.540 mq di superfici decorate sono state restaurate con 1.000 mq di coperture e 280 mq di illuminazione sostenibile realizzati. Circa 14 manufatti lapidei sono tornati alla luce e 16 sono i calchi di sculture da giardino effettuati.

Tra le immagini più conosciute e suggestive, che ha ritrovato i suoi colori, spicca il Priapo con l’enorme fallo appoggiato sul piatto di una bilancia, quello posto all’ingresso dell’abitazione, fortemente voluto dai due fratelli come segno di ricchezza.

Poi c’è la cucina, con ancora le pentole e i bracieri, gli ambienti per la servitù e lo stanzino decorato con quadretti erotici dove probabilmente svolgeva la sua attività la prostituta Eutychis, schiava che si offriva per due assi, come racconta un graffito all’ingresso della casa. Oltre agli interni, con una miriade di dettagli che quasi lasciano senza fiato il visitatore, c’è il giardino con statue, cespugli, fontane e giochi d’acqua.


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