Alberto Arbitrio a Turris Live: “Non essere andati in B è un mio rimpianto. Potevamo ambire alla Serie A”

Alberto Arbitrio a Turris Live


Durante la trentesima puntata di Turris Live (il programma di Vesuvio Live dedicato al mondo corallino presentato da Michele Massa e Stefano Esposito e che va in onda ogni lunedì alle ore 20:30 sui nostri canali social) tra gli ospiti della trasmissione abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con uno dei calciatori più amati nella storia della Turris, il centrocampista Alberto Arbitrio. Una carriera tra Serie A e B, con Torre del Greco nel cuore, proprio come racconta in esclusiva ai nostri microfoni.

Le parole di Alberto Arbitrio a Turris Live

Il commento sulla squadra di Leonardo Menichini: “Seguo la Turris e le squadre dove ho giocato e mi rattrista vedere la Turris in Serie C lottare per gli ultimi posti perché merita molto di più. La Turris ora ha un allenatore come Leonardo Menichini, grandissimo amico mio, siamo stati compagni di squadra. Per me lui è l’allenatore giusti per i corallini, ha fatto una bellissima carriera ed è stato secondo del grande Carlo Mazzone dove ha imparato moltissimo. Quando avrò l’occasione sicuramente verrò al Liguori per salutarlo”.

I ricordi con la maglia corallina: “Sono stati anni intensi, bellissimi, perché venivo da Palermo ed ho trovato una squadra che non aveva nulla da invidiare a società di Serie A o Serie B. Avevamo il presidente Gaglione e tante persone importanti di Torre ed una tifoseria eccezionale, come lo è tutt’oggi. Io arrivai a novembre, nel mercato novembrino. Arrivai da Palermo grazie a Nicola D’Errico, perché io in un primo momento non volevo venire in Campania perché non volevo lasciare la Serie B. Alla fine mi convinsero e ringrazio ancora che sia andata così perché a Torre ho ricominciato a giocare ad alti livelli. Facemmo un buon primo anno, dove ricordo i primi giorni in cui ho conosciuto Giacomino Losi, una persona splendida. Quella stagione dove riuscimmo a fare una grande rimonta arrivando al quinto/sesto posto, facemmo un campionato strepitoso. Ma il secondo anno ancora di più dove segnai 16 gol da centrocampista in campionato e nove in Coppa Italia”. 

L’undici iniziale corallino nella stagione 73-74

Uno dei calciatori più amati a Torre del Greco, ma c’è qualche rimpianto?

Miglior calciatore di tutti i tempi alla Turris?: “Ti dirò, voglio spezzare una lancia a favore di Sergio Gardini. Lui tecnicamente era un mostro, un ragazzo che poteva giocare dovunque. Noi poi in generale avevamo due grandi squadre. Soprattutto il secondo anno, con Benigno De Grandi sulla panchina la società costruì una squadra fortissima, però purtroppo siamo partiti bene, poi abbiamo avuto un momento di difficoltà a metà campionato per colpa di qualche partita complicata in casa che provocò l’esonero del tecnico”

Hai qualche rimpianto?: “Per me è un rimpianto non essere riuscito a portare la Turris in Serie B. Il pubblico merita tantissimo e palcoscenici più importanti e noi avevamo una società di persone competenti, credetemi, la società ambiva tranquillamente anche alla Serie A, c’era Antonio Borrelli che scoprì tanti calciatori, tra cui me, Gardini, calcisticamente conosceva tutto di tutti”. 

I ricordi di Torre del Greco e le parole d’amore per la Turris

Ricordi di Torre?:  “Ti dico la verità, il primo anno, riuscimmo a dare fastidio al Lecce e all’Avellino che erano le big del girone, vincendo entrambe le partite in casa, dove segnai io ai pugliesi. Sono partite che ricordo benissimo, il campo stracolmo, entusiasmo a mille. Eravamo in fiducia dopo una grande rimonta, lo stadio tremava, era bellissimo. Noi poi vivevamo in mezzo alla gente, l’edicola di Gerardo Vitiello, la nostra base era quella, leggevamo il giornale assieme, andavamo a fare colazione al bar lì vicino, stavamo tutto il giorno lì quando non ci allenavamo a parlare di ogni argomento. Ci piaceva stare sempre a contatto con la gente”.

La rosa corallina nella stagione 74-75

Cosa significa indossare la maglia corallina?: “Indossare la maglia della Turris era un orgoglio, io ricordo che quando ero a Palermo mi chiamavano ogni giorno per venire a Torre e puntualmente facevo finta di non esserci per non rispondere, alla fine venne Nicola D’Errico e mi convince e credetemi, è stata una gioia immensa aver vestito la maglia della Turris. Poi dopo 5 anni decisi di ritornare un altro anno, ma i primi due anni sono stati eccezionali sotto ogni punto di vista”. 

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