Savoia: un eurogoal di Verruschi, per tre punti dal peso d’oro


A.c Savoia 1908 – Aversa Normanna: 1-0

A.c Savoia 1908 (3-4-3): Gragnaniello 6,5;Verruschi 7,Rinaldi 7(64’ Checcucci 6),Ricco;Mercadante 6,5,Saric 6,5 ,Sanseverino 7,Giordani 6;Partipilo 6(75’ Boilini s.v),Ferrante 6(87’Cremaschi s.v),Scarpa 6. A disp:_ Volturo,Vosnakidis,Checcucci,Pizzutelli,D’ Apollonia. All. Papagni

Aversa Normanna (4-3-3): Lagomarsini 5,5;Petricciuolo 5,5(56’ Balzano 5,5),Cossentino 6,Esposito 6,Amelio 6;Giannattasio 5,5(46’ De Vena 5,5),Giannusa 5,5,Castellano 6(67’ Cicerelli 6);Mangiacasale 6,5,Mosciaro 6,Sassano 6. A disp: Despucches,Scognamillo,D’Attilio De Luca.

Marcatori: 41’ Verruschi

Ammoniti:Giannusa, Saric

Arbitro:Illuzzi di Molfetta

Assistenti: Stasi e Lanotte di Barletta

Note: Falli: Savoia 8, Aversa 17. Angoli: Savoia 4, Aversa 6. Fuorigioco: Savoia 4, Aversa 3. Recupero: 1’ e 4’.

Torre Annunziata

Vittoria fondamentale per il Savoia che sotto un autentico nubifragio, sconfigge l’Aversa Normanna grazie ad una invenzione di Verruschi e porta a casa tre punti vitali per la rincorsa alla salvezza. Non è stata una partita facile come si era già del resto previsto alla vigilia. Merito di un’Aversa Normanna che rivoltata come un calzino durante il mercato di riparazione invernale, e’ apparsa una squadra ben lontana da quella che nel match di andata mollò gli ormeggi troppo facilmente . Il Savoia del neo-tecnico Papagni ha imparato però una cosa che mai aveva assimilato sotto la guida dei suoi precedenti timonieri: quella di saper soffrire e di non perdere la bussola nei momenti di difficoltà. Ciò gli ha consentito di gestire il vantaggio come mai aveva saputo fare durante l’arco della stagione senza soffrire più di tanto la pressione avversaria, se si eccettua quelle due occasioni capitate a Sassano prima e a Cossentino poi che hanno rischiato seriamente di far andare in fumo i tre punti. Sarebbe stata però nel complesso una punizione troppo severa per capitan Scarpa e company che a prescindere da tutto, hanno dimostrato di essere più squadra rispetto ad un Aversa la cui situazione in classifica, dopo la sconfitta di oggi, si complica sempre di più.

Le scelte tattiche
Papagni getta subito nella mischia il neo-arrivato Ferrante, attaccante italo-argentino classe 95’, arrivato in prestito dalla Roma. Per quanto concerne invece la scelta del modulo, l’ex tecnico del Taranto, orfano del solo Sirigu, appiedato per un turno dal Giudice sportivo, si affida a quel 3-4-3 che aveva destato una buona impressione a Benevento. Nell’undici iniziale, la piacevole novità è rappresentata dal rientro dall’infortunio del difensore Rinaldi. Sull’altra sponda, il tecnico dei granata Marra, privo dei centrocampisti Catinali e Capua (anch’essi fermi ai box per la squalifica rimediata nell’ultimo turno contro la Salernitana) risponde con una scelta speculare, affidando le redini dell’attacco al tridente composto da Mangiacasale e Sassano ai lati con l’ex Cosenza Mosciaro nel ruolo di boa centrale.

Il match
Parte bene il Savoia che sin da subito prende in mano le redini del gioco. Si percepisce immediatamente la nuova impronta che Papagni ha conferito ai suo ragazzi: squadra corta, palla a terra e continua ricerca della profondità. La prima occasione da registrare sul taccuino è però di marca aversana. Gran tiro dai venti metri di Mosciaro, Gragnaniello non riesce a trattenere la sfera resa viscida dalla pioggia che capita sui piedi di Sassano il cui tiro a botta sicura viene provvidenzialmente deviato in angolo da un difensore. Piove tanto e ciò penalizza notevolmente lo spettacolo in campo; le occasioni da rete latitano e le due compagini si danno dunque battaglia prevalentemente nel settore nevralgico del campo anche se i padroni di casa appaiono essere più organizzati e meglio disposti tatticamente dal proprio allenatore. In difesa, si avverte e come il ritorno in campo dell’esperto Rinaldi che comanda con autorità la difesa e all’occorenza veste anche i panni del libero, andando a chiudere in modo molto elegante alcune verticalizzazioni dei mediani granata, indirizzate al terminale offensivo Mosciaro. A centrocampo, Saric conferma tutte le buone impressioni destate nelle sue prime apparizioni in maglia bianca, fungendo da collante tra difesa ed attacco. Ne giova di conseguenza anche Sanseverino, libero di disegnare con tutta tranquillità. Sulle fascia destra piace anche Mercadante, che nonostante la giovane età riesce a fare le due fasi con una personalità sorprendente mentre in attacco, il neo-arrivato Ferrante, non ci mette molto ad ambientarsi. L’italo-argentino, spazia su tutto il fronte offensivo, dettando continuamente ai centrocampisti il passaggio in profondità. In una partita così bloccata dal punto di vista tattico, ci vuole soltanto un guizzo, un’invenzione per rompere gli equilibri della gara. Ci pensa così Verruschi che al 41’ si ruba completamente la scena, realizzando un eurogoal da cineteca coordinandosi a volo dai circa trenta metri e trafiggendo Lagomarsini, vanamente proteso in tuffo sulla sua destra. Neanche il tempo di riposizionare la palla nel cerchio di centrocampo, che si va a riposo a riscaldarsi un po’ dal freddo pungente. Nella seconda frazione, mister Marra corre subito ai ripari. Fuori il mediano Giannattasio per il bomber della squadra De Vena il quale va a posizionarsi accanto a Mosciaro. Il 4-3-3 di partenza, si trasforma dunque in un 4-4-2 in fase di non possesso e addirittura in un 4-2-4 in fase di possesso, con Mangiacasale e Sassano alti sugli esterni a supportare i due attaccanti. La trasformazione però non produce gli effetti sperati. Li’ in avanti gli ospiti sono troppo leggerini e l’unico che cerca di creare qualcosa è Mangiacasale (sicuramente il più positivo per l’Aversa) il quale però predica nel deserto; non si scorgono insomma grossi progressi neanche quando Marra decide di gettare nella mischia l’ennesimo attaccante, disponendo i suoi con un 4-1-5 versione kamikaze! Dunque capitan Scarpa e company, controllano e gestiscono il match senza troppe patemi, limitandosi a far girare la palla sempre tenendola bassa ma non disdegnando ove possibili le ripartenze; del resto le praterie sorte negli scollati reparti granata sono troppo invitanti per non poterne approfittare. La posta in palio questa sera è troppo alta e la tensione nel finale si taglia a fette. I bianchi preferiscono non osare e ripiegano dietro la propria metà campo per difendere il preziosissimo vantaggio e per contrastare l’avversario che intanto ha schierato tutta la propria artiglieria pesante per cercare di riacciuffare per i capelli questo derby. Tutto sommato tanto e tanto fumo per i ragazzi di Marra che però nel finale, di colpo si ridestano e regalano due brividi gelidi che scorrono lungo la schiena dei supporters oplontini prima con Sassano (tiro fuori di pochissimo) e poi con un colpo di testa di Cossentino che di testa chiama Gragnaniello agli straordinari. Restano per i padroni di casa, solo altri due minuti di sofferenza prima che il direttore di gara porti il fischietto alla bocca facendo esplodere il “Giraud” in un urlo liberatorio.


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