Turris-Herculaneum, quando i torresi vestivano granata


In un calcio sempre più moderno e globalizzato siamo ormai abituati a vedere sul quel rettangolo verde di tutto, o quasi. Tanti sono gli esempi di calciatori che, nel corso della loro carriera, hanno indossato molte maglie, spesso di squadre rivali o hanno giocato in piazze accomunate da una forte rivalità con la loro terra d’origine. Nonostante ciò, negli ultimi anni non sono mancati episodi di razzismo, che hanno gettato ancora più nel baratro tutto il sistema del calcio italiano. Ultimo, in ordine cronologico, in Lega Pro, durante il match tra Cremonese e Ferarpisalò, con un giocatore dei padroni di casa insultato dai suoi stessi tifosi perché di origine marocchina.

Esempi deprecabili come quello sopracitato avvengono indistintamente dalla prima all’ultima categoria, nessuna esclusa. Eppure, difficile a credersi, non sempre il calcio italiano è stato connotato da episodi razzisti e xenofobi. Un esempio molto importante ci viene dato da due realtà campane del calcio minore, Turris ed Herculaneum. In vista del derby di settimana prossima vogliamo ricordare alcuni tra i più importanti giocatori torresi che, nel corso della loro carriera, hanno militato tra le fila della “rivale” squadra granata. Esempi di professionalità e di amore per il calcio sempre più rari.

Il primo da cui partiamo è Giuseppe Vitiello, nato a Torre del Greco il 22 novembre del ’56. Giocatore dotato di un’ottima struttura fisica. Nel corso della sua carriera è stato impiegato prevalentemente in difesa, come terzino e all’occorrenza anche da stopper. Nell’allora Ercolanese, ottenne un’importante promozione in Serie D, vincendo due fondamentali spareggi, allo stadio ‘San Paolo’, contro Frattese e Sangiuseppese.

In quella Ercolanese vanno però ricordati altri due elementi, Salvatore Mellone e Gennaro Formicola. Mellone, classe ’47, giocava indifferentemente sia a destra che a sinistra come terzino. Come Vitiello vanta una promozione in Serie D con la maglia granata. Nonostante giocasse in difesa, Mellone riuscì a realizzare diversi gol, alcuni di notevole fattura. Si ritirò all’età di 35 anni, finendo per essere più volte accostato alla Turris, ma con un nulla di fatto.

Infine, ricordiamo Gennaro Formicola. Nato il 22 dicembre del 1950, Formicola è stato un forte mediano, dotato di un’ottima tecnica, nonostante le poche reti realizzate. Di lui si ricorda soprattutto il carisma e l’anima da leader in mezzo al campo. Fu protagonista, assieme a Vitiello, delle finali contro Frattese e Sangiueppese, riuscendo a conquistare la Serie D.

Vitiello, Mellone e Formicola rappresentano ad oggi un’eccezione più unica che rara. Perché è sempre più difficile trovare nel calcio moderno un amore così forte per lo sport, che va al di la dei colori e delle rivalità. Non a caso questi tre ‘ragazzi’ vengono ricordati con affetto non solo dai tifosi ercolanesi, ma anche da quelli corallini, in virtù della loro professionalità e del loro amore per Torre del Greco, mai messo in discussione nonostante la militanza granata. Fa riflettere quindi, che un esempio così alto e nobile non provenga dal calcio blasonato della serie A, bensì da quel calcio di periferia, molto spesso ignorato perché considerato “minore”, ma che minore non è. Anzi, spesso e volentieri propone episodi di civiltà e buonsenso, che difficilmente si ritrovano nei palcoscenici più importanti di questo appassionante, ma al tempo stesso complicato e contraddittorio sport.


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