Sequestrate 300 tonnellate di cozze allevate vicino alle fogne


Pericolo per la salute di migliaia di consumatori partenopei. Ancora una volta l’allarme arriva dalle nostre tavole troppo spesso piene di alimenti avariati e fortemente dannosi per l’intero organismo. Come scrive IlMattino.it, questa volta il cibo avvelenato arriva direttamente dal mare.

Due impianti di allevamento di mitili e 300 tonnellate di alimenti sono stati sequestrati a Napoli dalla Capitaneria di Porto su richiesta della procura partenopea: le indagini hanno accertato che i molluschi venivano allevati a poca distanza da fonti di inquinamento.

I due impianti si trovano a Nisida (nella zona di Punta Cavallo) e a ridosso di Castel dell’Ovo.

Nel primo caso è stato accertato che le cozze venivano allevate a una distanza inferiore ai 500 metri dagli scarichi fognari di Posillipo e del carcere minorile di Nisida. Nel secondo caso i due specchi d’acqua dati in concessione sono risultati dislocati a poca distanza da cinque foci di scarico fognario urbano dell’area di Santa Lucia.

Al primo impianto è stato contestato anche l’occupazione abusiva di quasi 23.000 mq di spazio demaniale marino. Dalle analisi effettuate sull’acqua è emersa inoltre un’elevata concentrazione di germi patogeni, in particolare enterococchi ed escherichiacoli che, filtrati dai molluschi, restano al loro interno alterandone le qualità e rendendoli pericolosi per la salute. Nelle stesse acque – hanno rilevato le analisi – è estremamente alta la presenza di piombo e rame.


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