Francesco Filippini. E’ il miglior art director al mondo, è napoletano ed ha 22 anni


Ventidue anni e tanto talento da vendere. Nato a Chiaiano, in provincia di Napoli, Francesco Filippini ha il dono di raccontare storie attraverso i suoi disegni. Un ragazzo semplice, come tanti.

Eppure negli Stati Uniti, Francesco è famosissimo: ha infatti appena ricevuto dalla storica “Società americana degli Illustratori” una medaglia d’oro per il suo lavoro di art director in “The Loneliest Stoplight”, cortometraggio sul “Semaforo più solitario del mondo” realizzato da Bill Plympton, uno dei più celebri disegnatori e animatori del cinema indipendente.

Ho conosciuto Plympton un anno e mezzo fa – dice Francesco a Repubblica.itSono stato accolto nella sua casa di animazione a Manhattan, ed è nata subito un’intesa. E’ stato un piacere e un onore lavorare con lui, prima ad uno spot, poi a questo corto e ad altri due film, come disegnatore e colorista”.

Filippini era già a New York per ritirare un altro premio, conferitogli per aver realizzato la copertina di un libro, “Tweeting Da Vinci”, della scrittrice Ann Pizzorusso. Ora è anche in lizza per le nomination agli Oscar 2016.

Ora invece sta già lavorando ad un altra opera, di cui cura regia, disegni e sceneggiatura. Un cortometraggio tutto italiano, intitolato “Simposio suino in re minore”. Sarà pronto entro giugno e prodotto da SkyDancers insieme a Mad Entertainment (la factory partenopea di Luciano Stella, già produttrice de “L’Arte della Felicità” e “Gatta Cenerentola”) e Rai Cinema, con distribuzione cinematografica di Videa. Il ministero ai Beni culturali l’ha inoltre riconosciuto come prodotto di interesse culturale.

Le immagini – racconta Filippini – raccontano le vicissitudini di un maiale antropomorfo che vive in un panificio della Napoli degli anni Trenta”. Ma il protagonista: “è innamorato della cuoca dell’edificio e, pur sapendo che presto diventerà prosciutto, non può fare a meno di amarla“. E quel “re minore”? “Lo scoprirete – dichiara – può significare tutto, come niente. Il mestiere del disegnatore è così: tutto nasce da un’ispirazione veloce più un lampo. I mesi successivi si passano ad inseguire quella luce. Sperando di aver avuto l’illuminazione giusta”.


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