Leggete “de guallera”: il libro che ridendo e pazziando ti fa conoscere la napoletanità


Se siete tra coloro cui piace girare in libreria, approfittando magari di un treno che non arriva mai o della necessità di convertire in utilizzabile il tempo che vi ha fatto perdere chi vi ha “appeso”, ossia vi ha dato buca, con un po’ di fortuna, perché sta proprio andando a ruba, vi potreste imbattere in un libricino rosa con in copertina il disegno di un tizio dalle fattezze tutt’altro che anonime, schiacciato dal peso di non uno, come Atlante, ma di ben due globi, che altro non sono se non ciò che suggerisce il titolo: una guallera.

La guallera, come vi abbiamo detto in un altro articolo dove spieghiamo le varie occasioni in cui un napoletano utilizza questo termine, è l’ernia inguino-scrotale che lo scrittore Diego Davide ha reso argomento della sua opera che, in maniera scherzosa ma sempre pungente e precisa, descrive la genesi e l’affermazione della parola “guallera” nel Napoletano, ripercorrendo la storia dalla dominazione araba in Sicilia fino a giungere ai giorni nostri nostri, passando per Giambattista Basile, Giulio Cesare Cortese, Andrea Perrucci e Roberto De Simone. Il tutto ridendo e pazziando, senza, adesso ci vuole, abboffare la guallera.

L’uomo in copertina, disegnato da Francesca Rota, non è altri che Diego Armando Maradona che reca il peso dei più classici stereotipi napoletani, dalla superstizione al luogo comune, i quali fanno abbassare la testa al napoletano vuoi per la vergogna di chi rinnega le proprie radici, vuoi per il gravare dell’ignoranza che fa perdere il contatto con la realtà. Quello di Diego Davide è allora un lavoro allo stesso tempo culturale e pedagogico, con il fine di recuperare la tradizione e ricostruirla partendo da una parola, dimostrando che bisogna essere orgogliosi della napoletanità, che è sbagliato dire a un figlio “parla bene!” quando parla in Napoletano, poiché è una lingua così come il Francese o il Tedesco.

Allo stesso modo, tuttavia, bisogna uscire dal guscio nel quale a volte ci chiudiamo: come la guallera ci impedisce di svolgere le attività fisiche più elementari, così il peso ingombrante dello stereotipo, nel quale il napoletano viene costretto o talvolta si intrappola da solo, impedisce di avere quello slancio concreto nella vita e nel mondo che ha sempre contraddistinto la cultura partenopea – lo dimostra la Canzone Napoletana, la più conosciuta e cantata al mondo. Napoli è sopravvissuta a circa 2500 anni storia, 2800 se parliamo di Parthenope, perché ha saputo adattarsi e persino rifondarsi, ecco perché ‘o napulitano è più forte e sopravvive a tutto, anche alle catastrofi naturali.

Il De guallera richiama la maniera dei latini di intitolare le loro impegnative opere scientifiche, ma coniuga il rigore del libro scientifico, frutto di profonde ricerche delle quali è riportata la bibliografia proprio come nei manuali, e l’arguta capacità di sdrammatizzare per rendersi accessibile a tutti, con un titolo sintetizza lo spirito di tutto il libro: “ti faccio ridere e pariare, però ti insegno così tante cose che se dovevi cercartele in un libro tutto serio hai voglia di stare fresco”.

Titolo: “de guallera”
Autore: Diago Davide
Editore: Ad est dell’equatore
Prezzo: 10 euro


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