Spari alla caserma di Secondigliano, il mandante sarebbe un boss latitante: gli sviluppi del caso


Sembra giunto a una soluzione il caso dell’assalto a colpi di mitra della caserma dei carabinieri di Secondigliano. Le immagini acquisite dalle forze dell’ordine, infatti, hanno fornito elementi decisivi. Un paio di scooter, ciascuno con a bordo due persone, sono arrivati intorno alla mezzanotte e mezza e hanno aperto il fuoco contro l’ingresso della caserma. Sventagliate di Kalashnikov per circa dieci secondi, almeno 50 colpi.

La pista seguita dai carabinieri e riportata dal Corriere della Sera, sarebbe quella di un atto dimostrativo-intimidatorio, organizzato da un boss latitante di Secondigliano. La motivazione? Una vendetta contro i carabinieri rei di aver tolto i due figli minorenni alla famiglia del boss. L’azione criminale, per la sua modalità, ha pochi precedenti in Italia.

Ieri, l’appello del generale De Vita, che ha invocato un “deponete le armi”, per chi troppo spesso le usa come se la vita fosse un videogame: “Basta, smettete di sparare e di uccidere”. Poi ha commentato così l’accaduto: “Sicuramente un tentativo di riaffermazione dell’illegalità, e questo significa che i clan sono in difficoltà. Perché noi, così come anche le altre forze di polizia, li mettiamo costantemente in crisi, gli togliamo la capacità di portare avanti le loro attività illecite”. 

Oggi, alle 10.30, per sollecitare la solidarietà nei confronti dell’Arma, i Verdi hanno organizzato una mobilitazione, che partirà da via dei Tessitori a Secondigliano.


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI