Pomodorino del Piennolo: chiude il presidio Slow food


“Il Presidio del Pomodorino del piennolo del Vesuvio, creato nel 2001 aveva l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità varietale che popolava il territorio vesuviano…” a quanto pare c’è riuscito. Difatti, tramite un comunicato del presidente di Slow Food Italia, Gaetano Pascale, e del Responsabile Presidio Slow Food Italia, Francesca Baldereschi, hanno annunciato la chiusura del Presidio.

Perché chiudere il presidio? Semplice: il presidio nato nel 2001 ha raggiunto il suo obiettivo, ossia il pomodorino che tutti cercano non è più in pericolo di estinzione. Difatti c’è stata una crescita esponenziale della vendita del suddetto prodotto, a tal punto da essere definito commerciale. A dirlo è scattidigusto.it.

Della suddetta decisione non sono per niente contenti gli agricoltori, i quali evidenziano come la chiusura a ridosso della campagna di raccolta li danneggerà. Ciò che più li tocca è una regola in particolare: il divieto di indicare appunto il presidio di cui il prodotto non fa più parte.

Di seguito il comunicato del presidente e del responsabile dei presidi, Gaetano Pascale e Francesca Baldereschi:

“OGGETTO: Chiusura Presidio Slow Food

Cari produttori

da oltre 15 anni l’Associazione Slow Food ha avviato il progetto dei Presìdi proponendosi di salvaguardare produzioni tradizionali di qualità a rischio di estinzione, realizzate da piccoli produttori in Italia e nel mondo. Oggi i Presìdi sono quasi 500 in Italia e nel mondo e coinvolgono migliaia di produttori.

Il Presidio del Pomodorino del piennolo del Vesuvio, creato nel 2001 aveva l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità varietale che popolava il territorio vesuviano e preservare una centenaria tecnica di conservazione del prodotto. Un valore che, all’epoca della nascita del progetto, si stava perdendo e necessitava di un’azione forte da parte nostra, una azione come quella del Presidio.

Oggi il pomodorino del piennolo è tornato ad essere un prodotto valorizzato e riconosciuto sul mercato, grazie anche all’ottenimento di una Denominazione di Origine Protetta a cui innegabilmente il Presidio ha dato la spinta di partenza e che forse proprio perché nata da una esperienza pregressa di Presidio è riuscita a non portarsi dietro le problematiche che negli anni Slow Food ha evidenziato in certi disciplinari di produzione legati ai marchi di qualità europei.

La riflessione della nostra Associazione su un caso del genere ci porta ad affermare che la spinta propulsiva del progetto di Presidio può considerarsi esaurita sia negli obiettivi, essendo oggi il prodotto tutelato a livello internazionale, sia nelle modalità, in quanto la disciplina della produzione e i controlli sono ampiamente descritti e praticati nell’ambito della Denominazione di Origine Protetta e con il Presidio si rischia di creare unicamente un duplicato di strutture e di burocrazia.

L’impegno della nostra Associazione per la salvaguardia delle produzioni locali e della biodiversità resta valido e costante in tutto il mondo così come sul vostro territorio e terremo conto e modello della proficua esperienza di questi anni sulla produzione del Pomodorino del piennolo del Vesuvio per altre future e possibili progettualità nella vostra area, come quella che vorremmo realizzare sull’albicocca vesuviana. La filosofia di Slow Food rimane quella di tutelare dal rischio di estinzione potenziale queste produzioni e promuovere l’avvio di nuovi Presidi e progetti dedicati ai prodotti che stanno scomparendo e che sono minacciati dall’omologazione.

Ricordiamo che con la chiusura del Presidio non sarà più possibile utilizzare l’indicazione “Presidio Slow Food del Pomodorino del piennolo del Vesuvio” sia sul materiale pubblicitario dei produttori che presentarsi come Presidio Slow Food a fiere o eventi, né usare il marchio “Presidio Slow Food®” da parte dei produttori.

Cordiali saluti”


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