Cantone su Saviano: “Sua frase mi ha fatto rabbrividire. Gomorra prodotto…”


La sfida e le scommesse sono aperte: durerà più a lungo la saga della serie televisiva “Gomorra” o le polemiche innescate dalla stessa le sopravvivranno? La domanda sorge spontanea, visto il gran parlare che dalla messa in onda del primo episodio della seconda serie sta letteralmente inondando le pagine dei giornali. Quasi come se l’ultimo dubbio amletico fosse Roberto Saviano e Gomorra sì o Roberto Saviano e Gomorra no. Certo, lo stesso scrittore napoletano non ha fatto nulla sinora per sedare la querelle (che commercialmente parlando male non fa di certo), ma anzi suoi interventi ed interviste hanno semmai rincarato la dose e la portate delle riflessioni dei suoi detrattori. Tra questi gli ultimi figuranti paiono essere Raffaele Cantone e Giuliano Ferrara.

Il tutto sarebbe scaturito da alcune dichiarazioni rilasciate da Roberto Saviano al tg di Sky 24 il 24 aprile scorso, quando lo scrittore, che vive sotto scorta, rivelò di non credere più nella giustizia perché “nel suo nome sono stati commessi i peggiori crimini. Non ho nessuna speranza nelle istituzioni, nella politica e nei media. Credo, invece, nella bontà, parola oggi impronunciabile e nel rapporto uno a uno“.

Parole che – come riportato dall’edizione odierna del quotidiano on line Il Fatto Quotidiano – secondo il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione sarebbero “di tendenza troppo nichilista e questo non posso più accettarlo – ha dichiarato Raffaele Cantone  durante il Festival dell’economia di Trento-. Come si fa a dire non credo nella giustizia, credo nella bontà? E’ una frase che fa rabbrividire, lascia perplessi“.

Perplessità che l’ex pm del Tribunale di Napoli nutre anche nei confronti proprio della serie “Gomorra”: “E’ un prodotto eccellente, ma di fantasia. Si fa un’operazione commerciale non corretta, perché Napoli non è assolutamente come viene rappresentata in Gomorra. Ci sono alcuni quartieri romani molto più pericolosi di certi quartieri napoletani“.

Non è andato per il sottile nemmeno il noto giornalista Giuliano Ferrara che, ancor più di Cantone, ha un’idea altamente negativa di “Gomorra” e soprattutto delle capacità letterarie del suo autore: “Per me Saviano – ha dichiarato ai microfoni della trasmissione radiofonica La zanzaramerita la scorta, perché chiunque sia anche solo oggetto di minacce verbali è giusto che la ottenga per la sua incolumità fisica. Ciò che, invece, credo che Saviano non meriti è essere considerato un grande scrittore”.

Molto semplice la spiegazione addotta da Ferrara a questa sua opinione, che di sicuro si scontrerà con i tanti fan di Roberto Saviano: “La cassazione ha stabilito che il romanzo che ha scritto è stato copiato da tre bravi cronisti di Caserta. Ma lui è un nulla che va scortato e che è stato pompato dalle tv e da alcuni giornali perché volevano un giovanotto sexy che potesse fare il candidato alla presidenza del Consiglio. Era perfetto per essere guidato, ma poi gli è capitato l’incidente dello scout, Renzi e quindi ha dovuto continuare a fare lezioni per il mondo, anche se non è capace di farlo“.


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