Napoli. Corte d’Appello, 50 mila sentenze bloccate: condannati liberi e pene da infliggere


Il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Giuseppe De Carolis, è preoccupato e lo dice pubblicamente: ci sono più di 50 mila sentenze già passate in giudicato ma ferme negli uffici della Corte d’Appello in attesa di essere eseguite perché nonostante i processi siano terminati in via definitiva non sono stati completati tutti gli ultimi adempimenti amministrativi.

Così ci sono sentenze di colpevolezza che devono essere registrate nel casellario, imputati che dovrebbero entrare in carcere ma sono ancora formalmente liberi, beni sequestrati che dovrebbero tornare nella disponibilità dei proprietari e molto altro tutto fermo. E in almeno un migliaio di casi sono verdetti che prevedono la reclusione dell’imputato ma non è stato ancora emesso l‘estratto esecutivo, fondamentale per far scontare al condannato la pena detentiva. E più di ventimila sono le sentenze di prescrizione o assoluzione ma anche in questo caso sempre ci sono spese o reperti che vanno restituiti, unite al diritto dell’imputato scagionato ad ottenere rapidamente la comunicazione della chiusura favorevole del procedimento che invece non arriva.

I motivi li spiega lo stesso De Carolis su ‘La Repubblica’: “Accade perché le singole cancellerie che dovrebbero provvedere alle esecuzioni non sono in grado di farlo per carenza di mezzi, risorse e personale. È aumentata la produttività dei magistrati della Corte d’Appello in proporzione con la maggiore produttività dei colleghi del tribunale a seguito della riforma del giudice unico e della riforma del rito abbreviato. Ma nello stesso tempo, le cancellerie si sono trovate con un’enorme mole di lavoro in più e moltissime unità di personale in meno”.

E ora il presidente scriverà una relazione dettagliata, indirizzata al ministero della Giustizia.


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