Nunzio Giuliano: “Vogliono ammazzarmi perché sono figlio del “Re” di Forcella”


Si chiama Giuliano come il boss di camorra, tra i più potenti nella storia, Luigi Giuliano, soprannominato il “Re”, il boss dagli occhi di ghiaccio, ma con la criminalità non ha nessun legame. Parliamo di Nunzio Giuliano, figlio di quel “Re” che ha dominato Forcella negli anni ’80 per più di un decennio ed ora è pentito e collaboratore di giustizia in carcere.

Nunzio, però, è stato preso di mira da queste baby gang che pensano di imporsi sul territorio minacciando un Giuliano che non è mai stato colluso con la camorra e mai ha frequentato gli ambienti del padre. Luigi Giuliano si pentì nel novembre del 2002 e da quel momento Nunzio insieme alla sua famiglia sono stati allontanati da Napoli e messi sotto un programma di protezione per evitare possibili ritorsioni.

Recentemente, però, il Servizio Centrale di Protezione dei testimoni e collaboratori di giustizia ha comunicato al figlio del “Re” la fine del programma di protezione perché non ci sarebbero più elementi di rischio. Lui, così, è ritornato nel suo quartiere di origine di Forcella, vive in una macchina dentro un garage di proprietà della famiglia, ma da quel momento è iniziato un nuovo inferno per lui.

Racconta al Corriere del Mezzogiorno, in un servizio di Antonio Crispino, le minacce che subisce dai ragazzini: “Devi andartene da qui, ora comandiamo noi e tu non conti niente, sei solo il figlio di un pentito, sei immondizia”. Un avvertimento che dalle parole è passato ai fatti: “Il 19 gennaio un ragazzo sui vent’anni mi ha avvicinato su uno scooter mentre ero in piazza e mi ha puntato una pistola alla testa dicendomi che se non traslocavo altrove mi avrebbe ammazzato”. Quel giorno è stato picchiato, riempito di calci e pugni e mandato in ospedale”.

Nonostante Nunzio Giuliano sia estraneo agli ambienti della malavita napoletana, viene continuamente minacciato di andarsene solo perchè queste nuove “bande” di giovani vogliono dimostrare di essere forti e di sottomettere un Giuliano. Nunzio odia il sistema, non ha scelto la strada del padre, come fece a suo tempo lo zio Nunzio, fratello di Luigi Giuliano.

Uno dei padri di questi ragazzini è in carcere per le dichiarazioni di un altro fratello di Luigi, diventato poi collaboratore di giustizia. Inoltre racconta: “Avevo un fratello gemello, si chiamava Gianni, fu ammazzato proprio per queste logiche, sotto casa mia. Quelli che volevano comandare pensarono di ucciderlo per mandare un segnale”.

“Oggi io mi rivedo nella stessa situazione, l’unica differenza è che lui aveva rifiutato la protezione mentre io la sto chiedendo ma me la rifiutano. Questi ragazzini pensano che ammazzando uno con un cognome pesante acquisiscono punti nella catena di comando, non gli importa se hai scelto di fare un’altra vita, resti un simbolo e ucciderti per loro è una medaglia sul petto”.


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