Napoli, interrompe le cure contro il tumore perchè gli pignorano la pensione

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Amedeo Scherillo, 80 anni, sindacalista di vecchia data che denunciò le irregolarità nella fattura dei tubi forniti dall’Eternit ad un oleodotto in Libia agli inizi degli anni ’60, si vede ancora una volta chiudere la porta in faccia. La questione della denuncia portò ad un grande scandalo, Scherillo perse il posto di lavoro, ma venne assunto all’Italsider.

Oggi combatte ancora con il linfoma da asbesto, che ha portato via tanti suoi compagni, ma non può più curarsi, come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, perchè gli è stato comunicato dall’agenzia Cariparma che, per decisione della direzione centrale, il suo deposito di soli 400 euro e la pensione di 1.130 euro, depositata dall’Inps, sono stati interamente pignorati, per fatti legati ad una diatriba con il proprietario della casa in cui vive in affitto.

Un caso che fa discutere e che evidenzia un chiaro equivoco visto che dal 2015 è in vigore una legge, proprio per i meno abbienti, che vieta il pignoramento dell’intero assegno. La norma stabilisce, infatti, che dalla pensione va sottratto l’importo dell’assegno sociale di 448,52 incrementato della metà, per un totale di 672,78 euro; e da quel che resta dopo la sottrazione, può essere pignorato soltanto un quinto.

Nel caso specifico, di 1.130 euro non si possono toccare 672 euro; e dei restanti 460 andrebbe pignorata solo la quinta parte. L’equivoco molto probabilmente nasce dal fatto che prima dell’entrata in vigore della legge suddetta era effettivamente pignorabile l’intero assegno.

Si spera che l’agenzia possa presto rimediare all’evidente malinteso e possa reintegrare l’assegno pensionistico non solo per una vita dignitosa, ma anche per poter far fronte ancora alle necessarie cure mediche.


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