Vigilante ucciso, il padre di un assassino: “Un figlio cresce come vuole lui…”


Messaggi di solidarietà ma, per fortuna, anche messaggi dissociativi, quelli che stanno arrivano dai familiari e dagli amici dei componenti della baby gang che il 3 marzo ha preso a bastonate, uccidendolo, il vigilante Franco Della Corte, all’esterno della metro di Piscinola.

La Repubblica ha ascoltato i pareri dei genitori dei ragazzi arrestati, e più o meno tutti concordano nel riconoscere l’estrema gravità del fatto: “Ho detto a mio figlio che ora non mi vedrà più. Io non ci volevo credere che avevano fatto una cosa così assurda. Anche se lui ha guardato solamente, perché io non ci credo che lui ha colpito, ma deve pagare il suo reato”, dice la mamma di uno dei 3, che tra pochi giorni sarebbe dovuto partire per la Germania, a trovare lavoro.

“Mio nipote l’ho sempre visto come un bravo ragazzo. Gli ho comprato almeno un paio di iPhone, tutti distrutti. La mattina dormiva, la sera usciva. Io gli dissi: Uè basta, devi andare a lavorare. E pareva convinto“, dice la zia di un altro dei ragazzi, spiegando che suo nipote aveva deciso di fare il panettiere.

Ma c’è anche chi allontana da sé gli errori del figlio, quasi a volersi giustificare, come questo padre: “Un figlio viene come vuole lui, come le piante, crescono storte o dritte e tu non ci puoi fare niente”.


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