Fontana, ministro della famiglia: “Gay? Vogliono dominarci…”


Ieri sera ha preso forma il nuovo governo targato M5S-Lega. Tra i vari ministri presentati da Conte la scorsa serata c’è il nuovo ministro della Famiglia e della Disabilità, Lorenzo Fontana. Conosciamolo meglio: chi è Lorenzo Fontana?

Leghista da lungo corso, classe 80, con una laurea in scienze politiche e in storia della civiltà cristiana. Fontana è un ex europarlamentare, eletto per la prima volta nel 2009, e ex vice sindaco di Verona. Lorenzo Fontana, fervente cattolico, è da sempre legato alla famiglia tradizionale ed è anche sostenitore del movimento pro vita.

Il leghista è noto per le sue posizioni anti-abortistiche: Se non si rispetta la vita dal concepimento alla fine naturale si arriva ad aberrazioni come quelle di cui siamo stati e siamo testimoni.

È tipico delle dittature: il nazismo omologava per razza, il comunismo per classe sociale e oggi si tenta di omologare per interessi economici o per concezioni di vita.”

Come si legge da un articolo postato sul suo sito durante un convegno pro vita intitolato “La famiglia sotto attacco”, Lorenzo Fontana ha sottolineato come i gay:

“Attaccano il valore della famiglia naturale, che è l’anello di congiunzione più importante tra l’individuo e la comunità, per indebolire sia la persona che la società e renderle entrambe più vulnerabili, manipolabili al fine di dominarle”

Lorenzo Fontana sempre durante il convegno pro vita parla di una battaglia culturale: Lo scontro oggi è tra chi vuole l’omologazione delle persone, cioè renderle meri numeri e consumatori, e chi difende le specificità, le identità, i valori di una comunità;

lo scontro è tra chi vuole il vuoto individualismo orfano di punti di riferimento e chi difende l’individuo come portatore di valori e parte integrante di una società coesa culturalmente. E’ una battaglia culturale: una volta le guerre si facevano con le armi, oggi si utilizzano i mass media, le immagini e le parole.

Ed ecco allora che la propaganda dominante mette in discussione e indebolisce la famiglia naturale, ecco che ci dicono che l’immigrazione serve per colmare il gap del decremento demografico.

Ecco, dunque, da un lato l’indebolimento della famiglia e la lotta per i matrimoni gay e la teoria del gender nelle scuole, dall’altro l’immigrazione di massa che subiamo e la contestuale emigrazione dei nostri giovani all’estero.

Sono tutte questioni legate e interdipendenti, perché questi fattori mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni. Il rischio è la cancellazione del nostro popolo.”

Infine al nuovo ministro della Famiglia sta fermamente a cuore il calo demografico e la famiglia tradizionale: “La politica deve occuparsi della famiglia, non possiamo perdere altro tempo. I figli sono l’investimento del futuro.”


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